“Caro energia”: effetti sul metano per i trasporti
A cura di Assogasmetano
La crescita dei prezzi dell’energia stanno falcidiando bilanci di famiglie e imprese. Ne abbiamo parlato con Flavio Merigo, presidente di Assogasmetano
Gli altissimi prezzi dell’energia, e del gas naturale in particolare, stanno falcidiando bilanci di famiglie e imprese. Diverse le misure già prese, anche per contenere le spinte inflattive. Ciononostante, la situazione resta grave e preoccupante per il prossimo autunno/inverno. Nel mondo dei trasporti, il settore del gas naturale/biometano è un’eccellenza a livello europeo e internazionale, con enormi opportunità di decarbonizzazione per l’Italia e per l’Europa: nel nostro Paese sono attive circa 1600 stazioni di rifornimento di CNG di cui 125 di LNG, che erogano già oggi oltre il 30% di biometano, combustibile 100% rinnovabile che in prospettiva potrebbe coprire il 25% dei consumi del trasporto nazionale su gomma.
Sul tema interviene Flavio Merigo, presidente di Assogasmetano, l’associazione del settore distributivo del metano per i trasporti. “In Italia circolano attualmente più di un milione di veicoli a gas naturale, di cui circa 2000 camion a CNG, 3800 a LNG e 5000 autobus. Mezzi che, già oggi, utilizzano appunto il 30% di biometano e quindi contribuiscono fattivamente alla riduzione delle emissioni del settore del trasporto. La rete di distribuzione, realizzata in decenni di investimenti e sviluppatasi notevolmente negli ultimi anni, come pure tutto il settore industriale che a essa è collegato, sta subendo danni ingenti e rischia di non sopravvivere a questo aumento senza precedenti del prezzo della materia prima gas naturale (più che decuplicato da gennaio 2021 a oggi), aumento che nel settore autotrazione si è manifestato in modo particolarmente evidente dal 1° ottobre 2021, in concomitanza con la scadenza dell’anno termico e il conseguente rinnovo dei contratti di fornitura”. Le attuali quotazioni internazionali del gas naturale hanno determinato uno stravolgimento degli storici rapporti di prezzo tra i diversi carburanti, sostanzialmente invariati negli ultimi decenni e che vedevano nel metano per autotrazione la soluzione più economica e stabile. Anche se molte imprese del settore distributivo hanno cercato di limitare l’impatto dell’accrescimento del costo del gas naturale vendendo agli utenti finali al di sotto dei margini di guadagno, gli aumenti dei prezzi al consumo sono purtroppo saliti dal 100% fino al 300% e oltre. Il prezzo medio di vendita al pubblico del gas naturale compresso di agosto 2022, è arrivato a toccare quota 2,5 euro/kg, con punte massime di oltre 4 euro, rispetto a una media di 0,9 euro/kg fino a settembre 2021. Gli effetti del “caro prezzi metano” sono già visibili nell’andamento dell’erogato presso i punti vendita, che, dopo la pandemia e la successiva faticosa ripresa del 2021, ha subito una ancor più pesante contrazione.
La crisi del settore si evince chiaramente anche dall’andamento delle immatricolazioni di autovetture e autocarri alimentate a metano, oramai ridotte a poche unità al mese. “Gli utenti che hanno scelto il metano, oltre che per le sue proprietà ambientali, anche per il suo vantaggio in termini di economicità stanno già pagando le conseguenze di questa crisi” prosegue Merigo. “Si tratta di famiglie a basso reddito con ricadute anche evidenti sui costi di logistica per il trasporto merci e ripercussioni sui prezzi finali delle merci stesse”. Per questo Assogasmetano sta chiedendo da tempo l’apertura di un tavolo ministeriale per individuare con estrema urgenza, ulteriori misure straordinarie per una crisi senza precedenti che mirino a contenere il prezzo di vendita al pubblico del gas naturale per autotrazione e sostenere gli operatori della distribuzione.
Sul tema interviene Flavio Merigo, presidente di Assogasmetano, l’associazione del settore distributivo del metano per i trasporti. “In Italia circolano attualmente più di un milione di veicoli a gas naturale, di cui circa 2000 camion a CNG, 3800 a LNG e 5000 autobus. Mezzi che, già oggi, utilizzano appunto il 30% di biometano e quindi contribuiscono fattivamente alla riduzione delle emissioni del settore del trasporto. La rete di distribuzione, realizzata in decenni di investimenti e sviluppatasi notevolmente negli ultimi anni, come pure tutto il settore industriale che a essa è collegato, sta subendo danni ingenti e rischia di non sopravvivere a questo aumento senza precedenti del prezzo della materia prima gas naturale (più che decuplicato da gennaio 2021 a oggi), aumento che nel settore autotrazione si è manifestato in modo particolarmente evidente dal 1° ottobre 2021, in concomitanza con la scadenza dell’anno termico e il conseguente rinnovo dei contratti di fornitura”. Le attuali quotazioni internazionali del gas naturale hanno determinato uno stravolgimento degli storici rapporti di prezzo tra i diversi carburanti, sostanzialmente invariati negli ultimi decenni e che vedevano nel metano per autotrazione la soluzione più economica e stabile. Anche se molte imprese del settore distributivo hanno cercato di limitare l’impatto dell’accrescimento del costo del gas naturale vendendo agli utenti finali al di sotto dei margini di guadagno, gli aumenti dei prezzi al consumo sono purtroppo saliti dal 100% fino al 300% e oltre. Il prezzo medio di vendita al pubblico del gas naturale compresso di agosto 2022, è arrivato a toccare quota 2,5 euro/kg, con punte massime di oltre 4 euro, rispetto a una media di 0,9 euro/kg fino a settembre 2021. Gli effetti del “caro prezzi metano” sono già visibili nell’andamento dell’erogato presso i punti vendita, che, dopo la pandemia e la successiva faticosa ripresa del 2021, ha subito una ancor più pesante contrazione.
La crisi del settore si evince chiaramente anche dall’andamento delle immatricolazioni di autovetture e autocarri alimentate a metano, oramai ridotte a poche unità al mese. “Gli utenti che hanno scelto il metano, oltre che per le sue proprietà ambientali, anche per il suo vantaggio in termini di economicità stanno già pagando le conseguenze di questa crisi” prosegue Merigo. “Si tratta di famiglie a basso reddito con ricadute anche evidenti sui costi di logistica per il trasporto merci e ripercussioni sui prezzi finali delle merci stesse”. Per questo Assogasmetano sta chiedendo da tempo l’apertura di un tavolo ministeriale per individuare con estrema urgenza, ulteriori misure straordinarie per una crisi senza precedenti che mirino a contenere il prezzo di vendita al pubblico del gas naturale per autotrazione e sostenere gli operatori della distribuzione.