Con eCall obbligatorio assistenza stradale in tempo reale
di Paolo Ferrini
Dal prossimo anno tutti i nuovi veicoli immatricolati dovranno disporre del servizio di eCall a bordo. Un sistema che senz’altro aiuterà in misura significativa la sicurezza stradale (si spera in una riduzione del 10% all’anno del numero di vittime di incidenti), e con cui anche gli operatori dell’aftermarket dovranno familiarizzare.
Un carro attrezzi che scarica in officina un’auto incidentata o semplicemente rimasta in panne lungo la strada. È un evento abbastanza comune per chi lavora in un’officina meccanica o in una carrozzeria. A volte però insieme al veicolo non c’è il conducente, rimasto magari ferito nel corso dell’evento o impossibilitato per qualche ragione a seguire il suo mezzo. Un caso, quest’ultimo, più frequente di quanto si possa immaginare. Talvolta poi chi è a bordo del veicolo non è neppure in condizione di prendere il cellulare e di chiamare un numero di pronto intervento. E a volte, si sa, pochi secondi possono fare la differenza tra la vita e la morte.
Per superare questo problema nelle scorse settimane il Parlamento Europeo ha stabilito che dal 31 marzo 2018 tutte le automobili e i veicoli commerciali leggeri nuovi di fabbrica dovranno essere dotati obbligatoriamente del servizio eCall. Ovvero di quel sistema che è in grado di effettuare eventuali chiamate di emergenza in maniera automatica. Da quest’obbligo sono esenti i veicoli già immatricolati, ma al momento il Parlamento Europeo starebbe vagliando l'estensione del provvedimento anche ad autobus, pullman e camion. Il servizio di chiamata eCall sarà gratuito su tutti veicoli, mentre i problemi di tutela della privacy sono stati superati con la non tracciabilità del dispositivo prima dell'incidente e la possibilità di cancellazione di tutti i dati sensibili. Il progetto si rifà a quanto da alcuni anni è già disponibile, per esempio, in Nord America tramite OnStar (gruppo General Motors) e a sistemi analoghi proposti con leggere differenze da alcune compagnie di assicurazione (pensiamo, per esempio, alla formula Sesto Senso di Allianz) e da costruttori come BMW, Chevrolet, Ford e Lexus. E in cui una specie di scatola nera installata a bordo del veicolo è in grado di raccogliere e trasmettere le informazioni del sensore d'impatto dell'airbag, così come le coordinate ottenute attraverso il sistema di posizionamento Galileo alle agenzie di emergenza locali.
Ma cos’è esattamente eCall? E soprattutto come funziona? In estrema sintesi diciamo che in caso di incidente grave il sistema, avvertito dagli stessi sensori che azionano gli airbag, fa partire in modo del tutto automatico una chiamata di emergenza dal veicolo al 112 (unico numero europeo). In modo che, se le persone coinvolte sono in stato di incoscienza o non riescono a muoversi, possano scattare immediatamente i soccorsi del caso. Una volta acquisite le informazioni sull’emergenza in corso, la centrale operativa cui fa capo il sistema eCall coordina l’invio sul posto del personale tecnico e sanitario più appropriato. In pratica, eCall permette di abbreviare i tempi di soccorso dopo un incidente stradale. A differenza infatti di altri sistemi nei quali l'automobilista deve premere un pulsante, in questo caso è lo stesso veicolo a trasmettere la posizione GPS esatta dell'auto insieme ad altri dati come il numero di telaio, alle centrali di monitoraggio. Allo stesso tempo vengono individuate le sedi più vicine delle forze dell'ordine o dei servizi di soccorso e si apre un collegamento vocale con il mezzo incidentato. Se questo non risulta possibile, il personale provvede a informare direttamente gli enti preposti all’intervento. Stando alle informazioni fornire dai produttori della componentistica, questa tecnologia dimezza i tempi di risposta dei servizi di soccorso nelle aree rurali e lo abbassa del 40% in quelle urbane. Nel 2014 gli incidenti stradali nell'UE sono costati 25.700 vite, cifra che, grazie all'installazione dei nuovi dispositivi, potrebbe ridursi, secondo stime, di circa il 10% l'anno. “L'utilizzo in tutta l'UE del sistema di emergenza e-Call basato sul 112 a bordo dei veicoli contribuirà a migliorare la sicurezza stradale in tutti gli Stati membri” ha affermato la relatrice del progetto di regolamento, l’europarlamentare ceca Olga Sehnalová. “Il Parlamento Europeo ha più volte evidenziato che la riduzione di morti e della gravità delle lesioni sulle strade rappresenta la sua priorità. La disponibilità di eCall come servizio pubblico contribuirà a questo obiettivo comune”.
Per superare questo problema nelle scorse settimane il Parlamento Europeo ha stabilito che dal 31 marzo 2018 tutte le automobili e i veicoli commerciali leggeri nuovi di fabbrica dovranno essere dotati obbligatoriamente del servizio eCall. Ovvero di quel sistema che è in grado di effettuare eventuali chiamate di emergenza in maniera automatica. Da quest’obbligo sono esenti i veicoli già immatricolati, ma al momento il Parlamento Europeo starebbe vagliando l'estensione del provvedimento anche ad autobus, pullman e camion. Il servizio di chiamata eCall sarà gratuito su tutti veicoli, mentre i problemi di tutela della privacy sono stati superati con la non tracciabilità del dispositivo prima dell'incidente e la possibilità di cancellazione di tutti i dati sensibili. Il progetto si rifà a quanto da alcuni anni è già disponibile, per esempio, in Nord America tramite OnStar (gruppo General Motors) e a sistemi analoghi proposti con leggere differenze da alcune compagnie di assicurazione (pensiamo, per esempio, alla formula Sesto Senso di Allianz) e da costruttori come BMW, Chevrolet, Ford e Lexus. E in cui una specie di scatola nera installata a bordo del veicolo è in grado di raccogliere e trasmettere le informazioni del sensore d'impatto dell'airbag, così come le coordinate ottenute attraverso il sistema di posizionamento Galileo alle agenzie di emergenza locali.
Ma cos’è esattamente eCall? E soprattutto come funziona? In estrema sintesi diciamo che in caso di incidente grave il sistema, avvertito dagli stessi sensori che azionano gli airbag, fa partire in modo del tutto automatico una chiamata di emergenza dal veicolo al 112 (unico numero europeo). In modo che, se le persone coinvolte sono in stato di incoscienza o non riescono a muoversi, possano scattare immediatamente i soccorsi del caso. Una volta acquisite le informazioni sull’emergenza in corso, la centrale operativa cui fa capo il sistema eCall coordina l’invio sul posto del personale tecnico e sanitario più appropriato. In pratica, eCall permette di abbreviare i tempi di soccorso dopo un incidente stradale. A differenza infatti di altri sistemi nei quali l'automobilista deve premere un pulsante, in questo caso è lo stesso veicolo a trasmettere la posizione GPS esatta dell'auto insieme ad altri dati come il numero di telaio, alle centrali di monitoraggio. Allo stesso tempo vengono individuate le sedi più vicine delle forze dell'ordine o dei servizi di soccorso e si apre un collegamento vocale con il mezzo incidentato. Se questo non risulta possibile, il personale provvede a informare direttamente gli enti preposti all’intervento. Stando alle informazioni fornire dai produttori della componentistica, questa tecnologia dimezza i tempi di risposta dei servizi di soccorso nelle aree rurali e lo abbassa del 40% in quelle urbane. Nel 2014 gli incidenti stradali nell'UE sono costati 25.700 vite, cifra che, grazie all'installazione dei nuovi dispositivi, potrebbe ridursi, secondo stime, di circa il 10% l'anno. “L'utilizzo in tutta l'UE del sistema di emergenza e-Call basato sul 112 a bordo dei veicoli contribuirà a migliorare la sicurezza stradale in tutti gli Stati membri” ha affermato la relatrice del progetto di regolamento, l’europarlamentare ceca Olga Sehnalová. “Il Parlamento Europeo ha più volte evidenziato che la riduzione di morti e della gravità delle lesioni sulle strade rappresenta la sua priorità. La disponibilità di eCall come servizio pubblico contribuirà a questo obiettivo comune”.