Veicoli a guida autonoma: a che punto siamo?
Enrica Lazzarini
I veicoli autonomi stanno pian piano passando dalla sperimentazione alla realtà stradale. Un'occhiata veloce agli sviluppi recenti e alle sfide future.
I veicoli autonomi rappresentano una delle evoluzioni più importanti nell'industria automobilistica, con il potenziale di trasformare radicalmente il modo in cui concepiamo la mobilità. Tuttavia, mentre la tecnologia avanza rapidamente, la completa adozione di veicoli 100% autonomi è ancora rallentata da complessità tecniche, regolamentari e infrastrutturali. Attualmente, siamo testimoni di una progressiva diffusione dei veicoli semi-autonomi, che offrono funzionalità avanzate di assistenza alla guida (ADAS). Questi sistemi, come il cruise control adattivo, l'assistenza al mantenimento della corsia e la frenata automatica di emergenza, riducono significativamente il carico di lavoro del conducente e migliorano la sicurezza stradale: secondo un rapporto del World Economic Forum, l'adozione degli ADAS infatti potrebbe ridurre gli incidenti stradali fino al 47% (WEF, 2019).
Le tecnologie emergenti come i sensori LIDAR (Light Detection and Ranging) e le fotocamere ad alta risoluzione sono fondamentali per la percezione ambientale dei veicoli autonomi. Questi sensori consentono ai veicoli di "vedere" e analizzare l’ambiente circostante con precisione, riconoscendo pedoni, altri veicoli e ostacoli. Uno studio del MIT ha dimostrato che l'integrazione di LIDAR avanzati può migliorare del 60% la capacità di rilevamento e reazione dei veicoli autonomi (MIT CSAIL, 2020).
Nonostante i progressi tecnologici significativi, l'adozione dei veicoli a guida 100% autonoma, ovvero di livello 5, è frenata da sfide significative: una delle principali è sicuramente la regolamentazione, che al momento varia da paese a paese e spesso manca di una standardizzazione. L'Unione Europea, ad esempio, ha adottato misure per regolamentare i veicoli autonomi, ma le leggi sono ancora in fase di sviluppo e potrebbero passare anni (fino al 2030 secondo l’ultimo rapporto del Parlamento Europeo) prima di vederne l’applicazione a livello dei singoli stati membri.
Oltre alle normative, anche le infrastrutture stradali devono essere aggiornate per supportare i veicoli autonomi, richiedendo investimenti significativi. Ad esempio, segnali stradali intelligenti e l’aggiornamento delle reti stradali sono necessari per garantire un funzionamento sicuro ed efficiente dei veicoli autonomi e supportare la comunicazione tra il veicolo stesso e l’infrastruttura (V2I).
Anche il settore aftermarket deve anche prepararsi per questa transizione: la manutenzione e la riparazione dei veicoli completamente autonomi richiedono competenze tecniche specifiche e una strumentazione all’avanguardia. Le officine dovranno aggiornare le proprie attrezzature e formare il personale per gestire i complessi sistemi autonomi. Entro il 2035 secondo IHS Markit vi saranno oltre 33 milioni di veicoli autonomi in circolazione, creando una nuova domanda di competenze e servizi specializzati nel settore aftermarket (IHS Markit, 2020).
Chi ha tempo, non aspetti tempo.
Fonti
World Economic Forum (2019): "Exploring the Impact of Technology on Vehicle Safety"
MIT CSAIL (2020): "Advancements in LIDAR technology for autonomous vehicles"
Parlamento Europeo (2021): "Regulation of autonomous vehicles in the EU"
IHS Markit (2020): "Autonomous Vehicles – Forecast and Implications"
Le tecnologie emergenti come i sensori LIDAR (Light Detection and Ranging) e le fotocamere ad alta risoluzione sono fondamentali per la percezione ambientale dei veicoli autonomi. Questi sensori consentono ai veicoli di "vedere" e analizzare l’ambiente circostante con precisione, riconoscendo pedoni, altri veicoli e ostacoli. Uno studio del MIT ha dimostrato che l'integrazione di LIDAR avanzati può migliorare del 60% la capacità di rilevamento e reazione dei veicoli autonomi (MIT CSAIL, 2020).
Nonostante i progressi tecnologici significativi, l'adozione dei veicoli a guida 100% autonoma, ovvero di livello 5, è frenata da sfide significative: una delle principali è sicuramente la regolamentazione, che al momento varia da paese a paese e spesso manca di una standardizzazione. L'Unione Europea, ad esempio, ha adottato misure per regolamentare i veicoli autonomi, ma le leggi sono ancora in fase di sviluppo e potrebbero passare anni (fino al 2030 secondo l’ultimo rapporto del Parlamento Europeo) prima di vederne l’applicazione a livello dei singoli stati membri.
Oltre alle normative, anche le infrastrutture stradali devono essere aggiornate per supportare i veicoli autonomi, richiedendo investimenti significativi. Ad esempio, segnali stradali intelligenti e l’aggiornamento delle reti stradali sono necessari per garantire un funzionamento sicuro ed efficiente dei veicoli autonomi e supportare la comunicazione tra il veicolo stesso e l’infrastruttura (V2I).
Anche il settore aftermarket deve anche prepararsi per questa transizione: la manutenzione e la riparazione dei veicoli completamente autonomi richiedono competenze tecniche specifiche e una strumentazione all’avanguardia. Le officine dovranno aggiornare le proprie attrezzature e formare il personale per gestire i complessi sistemi autonomi. Entro il 2035 secondo IHS Markit vi saranno oltre 33 milioni di veicoli autonomi in circolazione, creando una nuova domanda di competenze e servizi specializzati nel settore aftermarket (IHS Markit, 2020).
Chi ha tempo, non aspetti tempo.
Fonti
World Economic Forum (2019): "Exploring the Impact of Technology on Vehicle Safety"
MIT CSAIL (2020): "Advancements in LIDAR technology for autonomous vehicles"
Parlamento Europeo (2021): "Regulation of autonomous vehicles in the EU"
IHS Markit (2020): "Autonomous Vehicles – Forecast and Implications"