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Novembre 2018

Aftermarket automobilistico, il mercato americano mostra i muscoli al Sema e Aapex

Emanuele Vicentini

Le due manifestazioni tenutesi a Las Vegas hanno visto la partecipazione di molti operatori del settore. Ecco cosa abbiamo visto
Las Vegas, Nevada, è ormai da parecchi anni sinonimo di automotive, durante la settimana di Halloween negli Stati Uniti. L’Automotive aftermarket industry week, costituita come sempre Sema, che ospita accessori e ricambi tuning, cerchi, pneumatici e attrezzature nonché il comparto carrozzeria e car care, con una costante crescita nella visibilità di costruttori italiani; c’è poi Aapex, Automotive aftermarket products expo, dedicato a ricambi e accessori con forte presenza dei maggiori brand americani e globali di questo vasto comparto, espositori internazionali provenienti un po’ da tutto il mondo e massiccia presenza di collettive asiatiche.
 
Con oltre 160.000 partecipanti e 1,3 milioni di piedi quadrati di spazio espositivo, Sema Show è una delle più grandi fiere del mondo (fonte: Sema show media). Qui si danno appuntamento tutti gli operatori del settore, dai top managers fino agli operatori di officina e gli “artisti” nella personalizzazione delle vetture, così in voga in Usa, aiutando così a creare una kermesse dove novità di prodotto e spettacolo, spettacolarizzazione e fatturati si mescolano in modo perfetto, e dove ogni anno ci si può davvero sbizzarrire cercando le nuove tendenze di mercato che si mescolano, anche qui, con solide tradizioni a stelle e strisce. Innanzi tutto, i numeri del settore: il settore dell’aftermarket automobilistico rimane forte e costante ed è cresciuto del 4% rispetto allo scorso anno (fonte: Specialty equipment manufacturer’s association), quindi sia la presenza di nuove tecnologie che gli acquisti sono stati forti all’interno dei padiglioni fieristici, occupati fino all’ultimo metro quadro e non solo, visto che nei piazzali esterni erano ben visibili enormi tendoni preposti ad accogliere ulteriori espositori vogliosi di esporre qui. Ogni anno al Sema Show è presente un’area che raggruppa i nuovi espositori, mentre per le più importanti società internazionali e le loro divisioni di ricerca e sviluppo, sempre interessate ad acquisire nuove fasce di mercato negli Stati Uniti, c'erano come sempre alcuni nuovi prodotti interessanti in un’area anch’essa dedicata, con premiazioni e visibilità accurata come solo in quel paese sanno dedicare.

Sema Show 2018 ha anche visto un numero record di espositori offrire nuove soluzioni per il marketing in officina, l'integrazione del service per attrezzature e tanto altro ancora. Entrando nella nuova fase dell'era digitale, la compatibilità tra le attrezzature per automotive e le app per dispositivi mobili non è più da considerarsi una "caratteristica interessante", è divenuta ormai una necessità. Molte delle aziende espositrici al Sema Show continuano a fare progressi in questo senso, ma nessuna sembra ancora pronta per l'appeal del mercato di massa. Diciamo insomma che ancora per quest’anno, tra i prodotti e soluzioni esposte, non è sembrata esserci quella in grado di definirsi “game changer”. Nell’area a sud, denominata “Global Tire Expo”, era presente un’area curata da Autopromotec e parte del nuovo progetto di internazionalizzazione denominato “Autopromotec Follow Me”: all’interno della stessa, si è potuta fare una promozione molto forte e diffusa di Autopromotec 2019, che si avvia a essere la più grande rassegna europea del settore nel prossimo anno, e sempre più internazionale (+14% di visitatori esteri nell’ultima edizione del 2017). Presenti inoltre 5 piccole e medie aziende italiane produttrici di attrezzature e prodotti per il service automotive: Cattini Oleopneumatica, Filcar, Omer, Tecnel, Zeca. Nel padiglione sud, ma in verità anche nel padiglione nord occupato prevalentemente dalle attrezzature per la carrozzeria e per il service automotive, sempre maggiore e più evidente la presenza di aziende italiane, presenti direttamente oppure con la sussidiaria statunitense, a conferma della indubbia forza innovativa e di leadership nell’intero comparto dell’astersales automobilistico, specialmente nell’area del garage equipment.
 
Parlando con Linda Spencer (Sema senior director, international and government affairs) e Lakisha Pindell (Tia - Tire industry association - director of meetings and advertising) è apparso evidente il loro entusiasmo per un’edizione molto soddisfacente di Sema Show. Nota a margine: si è osservata una tendenza al “fai da te" tra molti consumatori che pensano di poter riparare le loro auto con ricambi presi su Amazon e grazie a video tutorial di YouTube. I dati illustrati in un apposito seminario dicono che mentre questo potrebbe essere il caso per alcuni componenti, come i prodotti chimici (il 78% dei consumatori lo fa da soli), l'illuminazione (69% opera con fai da te) e le parti interne (65% fai da te), altre attività sono ancora lontane da questa nuova tendenza. Le attività sugli pneumatici vedono solo il 21% dei consumatori che cercano di farlo da soli, mentre i sistemi Advanced Driver Assist sono al 14%. Sul fronte Aapex, anche qui numeri record con oltre 50 mila buyers e il 25% provenienti dall’estero e oltre 2600 espositori da 43 paesi oltre agli USA (fonte: AAPEX media): lo stile rimane qui quello più professionale più vicino alle fiere europee, il focus è sulla componentistica, lubrificanti. La presenza italiana qui è apparsa meno significativa mentre a farla da padrone un forte messaggio, quello relativo alla possibilità di accesso e controllo ai dati forniti dalle vetture, argomento che rappresenta ormai il fulcro del futuro dell’autoriparazione. In un incontro con Michael Barratt (Aca - Auto cara association - senior vice president, meetings and events), è stato ribadito come la sua associazione, co-proprietaria di Aapex, sia impegnata in una quotidiana battaglia in questo senso, che è anche una battaglia a favore dei consumatori per avere maggiore possibilità di scelta e concorrenza. Mr Barratt ha ricordato che l’industria automotive aftermarket in USA rappresenta un giro d’affari enorme, superiore a 750 miliardi di dollari e quindi le battaglie sulle tutele e principi all’accesso ai dati hanno un così alto valore.
 



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