Auto e Wltp, come funziona il nuovo standard di controllo delle emissioni
Gennaro Speranza - Centro studi Promotor
Il Wltp, ormai, è realtà: dallo scorso 1° settembre tutte le auto nuove, per essere immatricolate, devono essere certificate con i nuovi test per il rilevamento dei consumi e delle emissioni. Ecco cosa cambia rispetto al vecchio ciclo Nedc.
Il mondo dell’auto ha da poco accolto quella che era già stata annunciata come una rivoluzione: dallo scorso 1° settembre è entrato in vigore, infatti, il Wltp (acronimo di Worldwide harmonized light vehicles test procedure), la nuova procedura di omologazione dei veicoli che manda in pensione il vecchio ciclo noto come Nedc (New european drive cycle).
Il vecchio ciclo Nedc
Il protocollo Nedc era entrato in vigore nel lontano 1990 e quindi era da tempo superato se pensiamo ad esempio che, quando venne elaborato, non esistevano ancora i filtri antiparticolato per il gasolio. I test, eseguiti in laboratorio su banchi a rulli, sono stati accusati di fornire dati di consumo ed emissioni inquinanti di fatto non riproducibili in condizioni di guida reali, con differenze che, secondo uno studio dell’international council of clean transportation, arrivavano a una media del 38%. Ma soprattutto, il ciclo Nedc è considerato obsoleto anche a causa delle diverse evoluzioni in termini di tecnologia e di guida. Le auto di oggi sono dotate infatti di una sempre maggiore quantità di nuove tecnologie che hanno un forte impatto sul consumo di carburante (e di conseguenza sulle emissioni di Co2), come ad esempio le quattro ruote motrici o molti sistemi di comfort di bordo, dal climatizzatore al lunotto termico, dai sedili riscaldati ai dispositivi elettrici e a tante altre componenti. È poi cambiato anche il modo di guidare nel corso degli anni per una maggiore congestione del traffico, con conseguente aumento dell’inefficienza della guida. Per questi motivi il Nedc è stato sostituito con un ciclo di prova più moderno e rappresentativo, il sistema Wltp, che è adottato al momento da tutti i Paesi membri dell’Unione europa e dal Giappone, mentre a cavallo tra il 2020 e il 2021 sarà adottato anche da Cina, India e Corea del Sud (negli Stati Uniti, invece, si continuano ad utilizzare i test EPA fissati dall’Agenzia americana per la protezione ambientale).
Da Nedc a Wltp: cosa cambia nei test
La nuova procedura Wltp, che viene eseguita sempre in laboratorio ma con cicli più realistici, prevede un sistema di rilevazioni molto più restrittivo rispetto al ciclo Nedc e dovrebbe riprodurre le condizioni di guida reali in modo più fedele. Cambiano così la durata della prova (30 minuti invece di 20), la velocità (la media passa da 34 a 46,5 km/h e quella massima da 120 a 131 km/h) e un più lungo chilometraggio (da 11 a 23,25 km). Diminuisce la percentuale di stop, cioè dei momenti in cui l’auto è ferma col motore acceso: dal 22,6% al 13,4%. Inoltre, per ottenere una indicazione più precisa delle emissioni di CO2, vengono presi in considerazione anche gli equipaggiamenti opzionali di un veicolo che influiscono sul peso, sull’aerodinamica e sull’attrito.
Rde, tutta un’altra storia
Oltre ai test svolti in laboratorio, l’Unione europea ha previsto, in aggiunta, che una parte di questi venga effettuata su strada, per rendere ancora più realistici e precisi i risultati. La procedura, che per il momento rileva solo ossidi di azoto e particolato, prende il nome di Rde, real driving emissions. Con questa procedura i rilevamenti sono svolti con speciali apparecchiature ad alta precisione, i cosiddetti Pems (Portable emission measuring systems). Le prove prevedono specifici parametri per quanto riguarda la temperatura esterna, l’altitudine, il dislivello del percorso, la tipologia della strada e il carico della vettura. Per superare gli esami RDE i costruttori hanno già cominciato a dotare le vetture di nuova omologazione del sistema SCR con additivo a base di urea per abbattere l’NOx nei diesel e del filtro antiparticolato anche sui propulsori a benzina.
Il coinvolgimento delle Case auto
Ad ogni modo, poiché questi valori verranno misurati in modo più realistico e preciso rispetto a quanto accadeva in precedenza, è prevedibile che i dati relativi al consumo e alle emissioni dei veicoli con motori a combustione siano aggiornati al rialzo. E nel caso dei veicoli elettrici l’autonomia risulterà più bassa. È chiaro che i principali attori coinvolti dall’entrata in scena del Wltp sono dunque, inevitabilmente, le Case auto. Che, per adeguarsi al Wltp, hanno dovuto implementare imponenti piani organizzativi (tutti i nuovi modelli in vendita, infatti, hanno dovuto superare il nuovo test di omologazione) e effettuare investimenti significativi sui motori.
Cosa cambia per l’automobilista
Cosa cambia, invece, per l’automobilista con l’arrivo del Wltp? Non molto: potrà fare un conto un po’ più realistico dei costi per il carburante ma continuerà a utilizzare, come prima, i dati resi noti dalle Case auto, per fare confronti fra i diversi modelli e sapere quale consuma meno. A questo proposito, per aiutare i conducenti a prendere una decisione di acquisto ben informata basata sul consumo di carburante, è importante ricordare che la direttiva sull’etichettatura delle auto richiede che i concessionari ed i produttori di auto forniscano informazioni pertinenti ai consumatori. Ciò include un’etichetta che mostra le emissioni di Co2 ed il consumo di carburante di un’autovettura, che sono attaccate o vicine a tutte le auto nuove nel punto vendita. Il design di queste etichette è definito a livello nazionale, ma contengono tutti i valori di Co2 e di consumo di carburante provenienti dal test di laboratorio che sono sul certificato ufficiale di conformità della vettura.
Il futuro
La procedura Wltp si applica obbligatoriamente ai nuovi modelli di autovetture immatricolate dal 1° settembre 2018. Fino alla fine del 2020 entrambi i valori di consumi ed emissioni di Co2 Wltp e Nedc saranno presenti nei documenti dei nuovi veicoli. I valori Nedc saranno infatti utilizzati per valutare le emissioni medie delle autovetture immatricolate nella Ue fino a tutto il 2020. Dal 2021, invece, i dati Wltp saranno gli unici valori di consumo/emissioni Co2 indicati su tutte le autovetture.
Il vecchio ciclo Nedc
Il protocollo Nedc era entrato in vigore nel lontano 1990 e quindi era da tempo superato se pensiamo ad esempio che, quando venne elaborato, non esistevano ancora i filtri antiparticolato per il gasolio. I test, eseguiti in laboratorio su banchi a rulli, sono stati accusati di fornire dati di consumo ed emissioni inquinanti di fatto non riproducibili in condizioni di guida reali, con differenze che, secondo uno studio dell’international council of clean transportation, arrivavano a una media del 38%. Ma soprattutto, il ciclo Nedc è considerato obsoleto anche a causa delle diverse evoluzioni in termini di tecnologia e di guida. Le auto di oggi sono dotate infatti di una sempre maggiore quantità di nuove tecnologie che hanno un forte impatto sul consumo di carburante (e di conseguenza sulle emissioni di Co2), come ad esempio le quattro ruote motrici o molti sistemi di comfort di bordo, dal climatizzatore al lunotto termico, dai sedili riscaldati ai dispositivi elettrici e a tante altre componenti. È poi cambiato anche il modo di guidare nel corso degli anni per una maggiore congestione del traffico, con conseguente aumento dell’inefficienza della guida. Per questi motivi il Nedc è stato sostituito con un ciclo di prova più moderno e rappresentativo, il sistema Wltp, che è adottato al momento da tutti i Paesi membri dell’Unione europa e dal Giappone, mentre a cavallo tra il 2020 e il 2021 sarà adottato anche da Cina, India e Corea del Sud (negli Stati Uniti, invece, si continuano ad utilizzare i test EPA fissati dall’Agenzia americana per la protezione ambientale).
Da Nedc a Wltp: cosa cambia nei test
La nuova procedura Wltp, che viene eseguita sempre in laboratorio ma con cicli più realistici, prevede un sistema di rilevazioni molto più restrittivo rispetto al ciclo Nedc e dovrebbe riprodurre le condizioni di guida reali in modo più fedele. Cambiano così la durata della prova (30 minuti invece di 20), la velocità (la media passa da 34 a 46,5 km/h e quella massima da 120 a 131 km/h) e un più lungo chilometraggio (da 11 a 23,25 km). Diminuisce la percentuale di stop, cioè dei momenti in cui l’auto è ferma col motore acceso: dal 22,6% al 13,4%. Inoltre, per ottenere una indicazione più precisa delle emissioni di CO2, vengono presi in considerazione anche gli equipaggiamenti opzionali di un veicolo che influiscono sul peso, sull’aerodinamica e sull’attrito.
Rde, tutta un’altra storia
Oltre ai test svolti in laboratorio, l’Unione europea ha previsto, in aggiunta, che una parte di questi venga effettuata su strada, per rendere ancora più realistici e precisi i risultati. La procedura, che per il momento rileva solo ossidi di azoto e particolato, prende il nome di Rde, real driving emissions. Con questa procedura i rilevamenti sono svolti con speciali apparecchiature ad alta precisione, i cosiddetti Pems (Portable emission measuring systems). Le prove prevedono specifici parametri per quanto riguarda la temperatura esterna, l’altitudine, il dislivello del percorso, la tipologia della strada e il carico della vettura. Per superare gli esami RDE i costruttori hanno già cominciato a dotare le vetture di nuova omologazione del sistema SCR con additivo a base di urea per abbattere l’NOx nei diesel e del filtro antiparticolato anche sui propulsori a benzina.
Il coinvolgimento delle Case auto
Ad ogni modo, poiché questi valori verranno misurati in modo più realistico e preciso rispetto a quanto accadeva in precedenza, è prevedibile che i dati relativi al consumo e alle emissioni dei veicoli con motori a combustione siano aggiornati al rialzo. E nel caso dei veicoli elettrici l’autonomia risulterà più bassa. È chiaro che i principali attori coinvolti dall’entrata in scena del Wltp sono dunque, inevitabilmente, le Case auto. Che, per adeguarsi al Wltp, hanno dovuto implementare imponenti piani organizzativi (tutti i nuovi modelli in vendita, infatti, hanno dovuto superare il nuovo test di omologazione) e effettuare investimenti significativi sui motori.
Cosa cambia per l’automobilista
Cosa cambia, invece, per l’automobilista con l’arrivo del Wltp? Non molto: potrà fare un conto un po’ più realistico dei costi per il carburante ma continuerà a utilizzare, come prima, i dati resi noti dalle Case auto, per fare confronti fra i diversi modelli e sapere quale consuma meno. A questo proposito, per aiutare i conducenti a prendere una decisione di acquisto ben informata basata sul consumo di carburante, è importante ricordare che la direttiva sull’etichettatura delle auto richiede che i concessionari ed i produttori di auto forniscano informazioni pertinenti ai consumatori. Ciò include un’etichetta che mostra le emissioni di Co2 ed il consumo di carburante di un’autovettura, che sono attaccate o vicine a tutte le auto nuove nel punto vendita. Il design di queste etichette è definito a livello nazionale, ma contengono tutti i valori di Co2 e di consumo di carburante provenienti dal test di laboratorio che sono sul certificato ufficiale di conformità della vettura.
Il futuro
La procedura Wltp si applica obbligatoriamente ai nuovi modelli di autovetture immatricolate dal 1° settembre 2018. Fino alla fine del 2020 entrambi i valori di consumi ed emissioni di Co2 Wltp e Nedc saranno presenti nei documenti dei nuovi veicoli. I valori Nedc saranno infatti utilizzati per valutare le emissioni medie delle autovetture immatricolate nella Ue fino a tutto il 2020. Dal 2021, invece, i dati Wltp saranno gli unici valori di consumo/emissioni Co2 indicati su tutte le autovetture.
Wltp | Nedc | |
Durata del ciclo | 30 minuti | 20 minuti |
Distanza del ciclo | 23,25 km | 11 km |
Velocità massima | 131 km/h | 120 km/h |
Velocità media | 46,5 km/h | 34 km/h |
Percentuale di stop | 13,4% | 22,6% |
Temperatura dei test | 23° C | Tra 20°- 30° C |
Influsso degli optional ed equipaggiamenti speciali | Sì | No |