Incidenti stradali, l’Europa ancora indietro sul tema della sicurezza
di Redazione
Ogni settimana 500 persone muoiono sulle strade del vecchio continente. In Italia nel 2017 le vittime sono aumentate del 1,6 per cento. Sono i dati contenuti nell’ultimo rapporto dell’Etsc diffusi nel nostro Paese.
Aumentare la sicurezza stradale per ridurre gli incidenti. La Commissione europea, lo scorso maggio, ha pubblicato su questa materia un nuovo piano d’azione con l’obiettivo di dimezzare, entro il 2030, sia il numero delle vittime della strada sia quello delle persone che subiscono lesioni gravi. Questo proposito nasce dall’esigenza di superare il limite fissato per il 2020 (meno 50 per cento). Un traguardo che, visti i dati pubblicati nell’ultimo rapporto dell’Etsc – Consiglio europeo per la sicurezza stradale – gli Stati membri difficilmente riusciranno a raggiungere.
Ogni settimana, infatti, sulle strade europee muoiono 500 persone. Guardano all’intero 2017 si nota che nel vecchio continente le vittime di incidenti sono state 25.250, con una riduzione di appena il 2 per cento rispetto all’anno precedente. Per raggiungere l’obiettivo comunitario di dimezzamento del numero dei morti, nel 2020 rispetto al 2010, sarebbe necessario un calo medio del 6,7 per cento di decessi sulle strade ogni anno. Questa riduzione però non si è verificata e ora nella Ue il numero di morti sulla strada dovrebbe diminuire del 14,5 per cento ogni anno tra il 2018 e il 2020. Il tempo però sta scadendo e appare improbabile raggiungere l’obiettivo fissatosi.
È per questa ragione che il termine ultimo è stato spostato al 2030. L’intenzione di Bruxelles è di intensificare le campagne sulla sicurezza e la prevenzione negli Stati membri. E nel farlo sono state previste una serie di proposte sul tema dei trasporti confluite all’interno del cosiddetto “Terzo pacchetto di mobilità”. Il contenuto di queste norme include nuovi standard di sicurezza per i veicoli, norme aggiornate sulla gestione delle infrastrutture stradali e una strategia per la guida automatizzata. Nella sua proposta la Commissione ha indicato una serie di modelli che se rispettati potrebbero prevenire oltre 2 mila decessi stradali ogni anno. Spetta ora agli Stati membri della Ue e al Parlamento europeo dare il proprio sostegno a questo pacchetto di norme.
Stando a quanto contenuto nel rapporto dell’Etsc, sui 32 Paesi monitorati dal Programma Pin (Road safety performance index), i risultati migliori in termini di riduzione delle vittime di incidenti in sono stati conseguiti dall’Estonia, con una diminuzione de 32 per cento, dal Lussemburgo con il 22 percento, dalla Norvegia con il 21 per cento e dalla Slovenia con il 20 per cento. L’Italia (i dati Etsc sono stati diffusi dall’Aci) non brilla nell’Unione europea, segnando addirittura un aumento delle vittime dell’1,6 per cento nell’ultimo anno.
Ogni settimana, infatti, sulle strade europee muoiono 500 persone. Guardano all’intero 2017 si nota che nel vecchio continente le vittime di incidenti sono state 25.250, con una riduzione di appena il 2 per cento rispetto all’anno precedente. Per raggiungere l’obiettivo comunitario di dimezzamento del numero dei morti, nel 2020 rispetto al 2010, sarebbe necessario un calo medio del 6,7 per cento di decessi sulle strade ogni anno. Questa riduzione però non si è verificata e ora nella Ue il numero di morti sulla strada dovrebbe diminuire del 14,5 per cento ogni anno tra il 2018 e il 2020. Il tempo però sta scadendo e appare improbabile raggiungere l’obiettivo fissatosi.
È per questa ragione che il termine ultimo è stato spostato al 2030. L’intenzione di Bruxelles è di intensificare le campagne sulla sicurezza e la prevenzione negli Stati membri. E nel farlo sono state previste una serie di proposte sul tema dei trasporti confluite all’interno del cosiddetto “Terzo pacchetto di mobilità”. Il contenuto di queste norme include nuovi standard di sicurezza per i veicoli, norme aggiornate sulla gestione delle infrastrutture stradali e una strategia per la guida automatizzata. Nella sua proposta la Commissione ha indicato una serie di modelli che se rispettati potrebbero prevenire oltre 2 mila decessi stradali ogni anno. Spetta ora agli Stati membri della Ue e al Parlamento europeo dare il proprio sostegno a questo pacchetto di norme.
Stando a quanto contenuto nel rapporto dell’Etsc, sui 32 Paesi monitorati dal Programma Pin (Road safety performance index), i risultati migliori in termini di riduzione delle vittime di incidenti in sono stati conseguiti dall’Estonia, con una diminuzione de 32 per cento, dal Lussemburgo con il 22 percento, dalla Norvegia con il 21 per cento e dalla Slovenia con il 20 per cento. L’Italia (i dati Etsc sono stati diffusi dall’Aci) non brilla nell’Unione europea, segnando addirittura un aumento delle vittime dell’1,6 per cento nell’ultimo anno.
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