Auto volante, le quattro ruote sono pronte a spiccare il salto
Di Dino Collazzo
I primi modelli potrebbero arrivare già dalla fine di quest’anno grazie ai progetti finanziati da aziende innovative. L’automotive non resta certo a guardare e prova a inserirsi in questo business. Ma per ora a tarpare le ali alle automobili volanti e alla sua commercializzazione ci sono ancora troppe incognite: infrastrutture inadatte, rischi per la sicurezza e assenza di una normativa ad hoc per il settore.
L’auto è pronta a spiccare il volo. L’idea di vedere circolare nei cieli delle città delle automobili non sembra tanto lontano dalla realtà. O almeno è ciò che pensano le società che hanno deciso di investire sulle “auto volanti”, annunciando i primi prototipi a partire già da fine anno. Si tratta di vetture, dotate di rotori o propulsori, che al momento opportuno sono pronte a librarsi in aria. Ma a tarpare le ali alle futuribili quattro ruote ci sono una serie di incognite da risolvere legate a infrastrutture e mobilità.
Certo per ora il settore delle automobili volanti è ancora in una fase embrionale e prima di riuscire a decollare avrà bisogno anche dell’approvazione di una serie di norme ad hoc che ne disciplinino il settore. Sta di fatto però che ci sono diverse società che credono nella fattibilità del progetto tanto da investire ingenti capitali nella realizzazione delle auto volanti. C’è chi sta già testando, con successo, i primi prototipi con l’intenzione di arrivare a lanciare sul mercato le automobili volanti a partire dal 2025. Prodotti non certo accessibili a tutte le tasche ma che comunque sono destinate nel lungo periodo, secondo diversi analisti, a rivoluzionare la mobilità. Immaginando taxi a guida autonoma che si muovono nei cieli delle città, servizi di trasporto pubblico di passeggeri (pay-par-ride), leasing aziendali, consegna di aiuti in zone critiche per via aerea, fino ad arrivare alla commercializzazione di massa di veicoli privati. Gli operatori più attivi su questi progetti sono: Ehang che sta sviluppando un drone a decollo e atterraggio verticale con capacità di guida autonoma, Toyota che ha depositato il brevetto per Aerocar, un’automobile volante in grado di cambiare forma, Airbus che oltre al progetto Vahana – un taxi a guida autonoma che entrerà in produzione entro il 2021 – sta sviluppando con Italdesign il modello Pop.Up (metà auto metà drone in grado di adattarsi alle condizioni di traffico e di scegliere tramite un’applicazione se alzarsi in volo o muoversi su strada), Uber che entro il 2020 vuole lanciare un servizio di taxi volanti nei cieli del Dallas e Dubai, Kitty Hawk che sta sviluppando un’automobile volante con investimenti da parte di Google e AeroMobil il cui prototipo è dotato di ali come un aereo che si richiudono una volta a terra.
Prima però di vedere auto circolare lungo autostrade nei cieli, in stile “Ritorno al Futuro”, occorrerà risolvere una serie di problemi legati alla difficile commercializzazione di massa, al decollo e atterraggio in aree urbane, al rumore, all’errore umano, all’efficienza dei carburanti, alla sicurezza e al controllo del traffico aereo. Secondo uno studio realizzato da Frost&Sullivan (Future of Flying Cars, 2017-2035) per riuscire a superare questi ostacoli i produttori di auto volanti dovrebbero stringere partnership con specialisti dei settori coinvolti: tecnologico, automobilistico e aerospaziale. In modo da migliorare le capacità di decollo e atterraggio verticale, le tecnologie di volo autonomo e lo sviluppo di funzionalità fail-safe. Per l’industria automotive e la sua filiera le opportunità di espandere il proprio business, grazie allo sviluppo dell’auto volante, potrebbero essere notevoli. Ma queste vanno colte ora attraverso investimenti in ricerca e sviluppo nel campo dell’intelligenza artificiale, dei materiali ultra leggeri, della connettività, o finanziando startup innovative del mondo dell’hi-tech. La sfida che attende le case automobilistiche con i loro OEM e la filiera dell’aftermarket – specie il settore della componentistica – è di affrontare un mercato sempre più competitivo in cui sono entrati nuovi player. Il rischio, nel sottovalutare questo nuovo ecosistema, è di trovarsi nel volgere di pochi anni a fare da inseguitori.
Certo per ora il settore delle automobili volanti è ancora in una fase embrionale e prima di riuscire a decollare avrà bisogno anche dell’approvazione di una serie di norme ad hoc che ne disciplinino il settore. Sta di fatto però che ci sono diverse società che credono nella fattibilità del progetto tanto da investire ingenti capitali nella realizzazione delle auto volanti. C’è chi sta già testando, con successo, i primi prototipi con l’intenzione di arrivare a lanciare sul mercato le automobili volanti a partire dal 2025. Prodotti non certo accessibili a tutte le tasche ma che comunque sono destinate nel lungo periodo, secondo diversi analisti, a rivoluzionare la mobilità. Immaginando taxi a guida autonoma che si muovono nei cieli delle città, servizi di trasporto pubblico di passeggeri (pay-par-ride), leasing aziendali, consegna di aiuti in zone critiche per via aerea, fino ad arrivare alla commercializzazione di massa di veicoli privati. Gli operatori più attivi su questi progetti sono: Ehang che sta sviluppando un drone a decollo e atterraggio verticale con capacità di guida autonoma, Toyota che ha depositato il brevetto per Aerocar, un’automobile volante in grado di cambiare forma, Airbus che oltre al progetto Vahana – un taxi a guida autonoma che entrerà in produzione entro il 2021 – sta sviluppando con Italdesign il modello Pop.Up (metà auto metà drone in grado di adattarsi alle condizioni di traffico e di scegliere tramite un’applicazione se alzarsi in volo o muoversi su strada), Uber che entro il 2020 vuole lanciare un servizio di taxi volanti nei cieli del Dallas e Dubai, Kitty Hawk che sta sviluppando un’automobile volante con investimenti da parte di Google e AeroMobil il cui prototipo è dotato di ali come un aereo che si richiudono una volta a terra.
Prima però di vedere auto circolare lungo autostrade nei cieli, in stile “Ritorno al Futuro”, occorrerà risolvere una serie di problemi legati alla difficile commercializzazione di massa, al decollo e atterraggio in aree urbane, al rumore, all’errore umano, all’efficienza dei carburanti, alla sicurezza e al controllo del traffico aereo. Secondo uno studio realizzato da Frost&Sullivan (Future of Flying Cars, 2017-2035) per riuscire a superare questi ostacoli i produttori di auto volanti dovrebbero stringere partnership con specialisti dei settori coinvolti: tecnologico, automobilistico e aerospaziale. In modo da migliorare le capacità di decollo e atterraggio verticale, le tecnologie di volo autonomo e lo sviluppo di funzionalità fail-safe. Per l’industria automotive e la sua filiera le opportunità di espandere il proprio business, grazie allo sviluppo dell’auto volante, potrebbero essere notevoli. Ma queste vanno colte ora attraverso investimenti in ricerca e sviluppo nel campo dell’intelligenza artificiale, dei materiali ultra leggeri, della connettività, o finanziando startup innovative del mondo dell’hi-tech. La sfida che attende le case automobilistiche con i loro OEM e la filiera dell’aftermarket – specie il settore della componentistica – è di affrontare un mercato sempre più competitivo in cui sono entrati nuovi player. Il rischio, nel sottovalutare questo nuovo ecosistema, è di trovarsi nel volgere di pochi anni a fare da inseguitori.