Batterie delle auto elettriche, in caso d’incendio servono esperienza e competenza
di Dino Collazzo
Il“thermal runaway” è il principale problema delle auto a elettricità. Secondo il NHTSA, agenzia federale Usa, le batterie possono incendiarsi a seguito di urti meccanici, problemi elettrici o termici. I casi verificatisi si contano sulle dita di una mano e riconducibili a incidenti. Ecco come prevenirli e gestirli.
Si chiama “thermal runaway” ed è il problema principale in termini di rischio incendi per i veicoli elettrici. In pratica all’interno della batteria agli ioni di litio si crea uno squilibrio termico del sistema che determina un aumento incontrollato e inarrestabile della temperatura. Una reazione a catena che porta prima alla combustione e poi a uno scoppio. Parliamo di casi del tutto eccezionali ma che comunque spingono a porre l’accento sul tema della sicurezza, spesso poco dibattuto, e del tipo di manutenzione da eseguire sulle auto elettriche.
Prima di affrontare questo aspetto è bene però precisare un passaggio: i veicoli elettrici sono sicuri e il rischio che questi esplodano mentre sono in moto è del tutto nullo. Negli anni però si sono verificati dei casi – poche percentuali in tutto il mondo – in cui automobili alimentate a batterie si siano incendiate. Questi eventi, che hanno avuto più un eco mediatico che un reale riscontro nella realtà, hanno comunque spinto la National highway traffic safety administration, l’autorità dei trasporti statunitense, a condurre uno studio sul rischio incendio connesso alle batterie agli ioni di litio. Il risultato è stato che le condizioni anomale che determinano a un thermal runaway sono riconducibili a tre fattori: urti meccanici, problemi elettrici, riconducibili all’uso di materiali di fabbricazione scadenti che causano un corto circuito, una sovraccarica o un’eccessiva scarica e problemi termici dovuti alla rottura del separatore tra anodo e catodo con conseguente eccessivo riscaldamento della batteria. Di tutti e tre i casi il più pericoloso è quello connesso agli urti. In pratica in caso d’incidente è altamente probabile che si verifichino quelle condizioni estreme capaci di far incendiare la vettura.
Lo sa bene il presentatore e pilota Richard Hammond che lo scorso giugno, durante le riprese del programma tv The Grand Tour, ha avuto un grave incidente con una hypercar elettrica. In quel caso, grazie all’intervento dei vigili del fuoco, Hammond è riuscito a salvarsi mentre l’auto è andata completamente distrutta nell’incendio. Gestire eventi come questi richiedono accorgimenti particolari, attrezzature ad hoc e tempestività nell’intervento, così da evitare il rischio che la batteria esploda rilasciando gas tossici. Per mettere in sicurezza un’auto elettrica in fiamme, i vigili del fuoco devono non solo indossare protezioni adatte ma essere in grado di sconnettere rapidamente la batteria. Quest’ultima va poi tenuta sotto osservazione con una telecamera termica in modo da assicurarsi che non ci sia un corto circuito interno. Chi oggi produce e vende auto elettriche sa bene quanto sia delicato il “blocco batteria” e di come sia indispensabile migliorarne la resistenza. Da ormai diverso tempo alcuni car marker hanno iniziato a investire su materiali che consentano di rafforzare le parti che compongono il cuore elettrico di queste vettura così da ridurre i rischi di rotture meccaniche in caso di urti. In più lo sviluppo tecnologico che sta investendo il settore automotive sta portando alla creazione di batterie sempre più innovative. I cui vantaggi vanno da una densità energetica molto più elevata, fino a una maggiore sicurezza, passando per un aumento della velocità di ricarica e a una resistenza alle basse temperature. Si tratta, in questo caso, di una batteria a stato solido con elettrolita di vetro che il fisico americano John Goodenough, ideatore dei primi dispositivi ricaricabili agli ioni di litio, sta sviluppando insieme a un team dell’Università del Texas. La sicurezza è un parametro fondamentale per permettere alle auto elettriche di aumentare la loro presenza sulle strade. E in questa crescita un ruolo fondamentale lo giocheranno anche gli autoriparatori. I quali saranno chiamati, certo in maniera differente rispetto a quanto avviene oggi per un motore a combustione, a fornire un’adeguata assistenza e manutenzione. E nel farlo dovranno lavorare in sicurezza e consci dei rischi connessi ai veicoli elettrici. Dispositivi di protezione individuale, continui aggiornamenti con corsi di formazione specifici e l’utilizzo di strumenti per operare sotto tensione come guanti da elettricista, scarpe con suola in gomme, attrezzi dai manici isolati e occhiali o visiere per proteggersi da eventuali scintille, saranno la regola. Inoltre bisognerà avere un’area differente e ben delimitata in cui riparare questi veicoli.
Prima di affrontare questo aspetto è bene però precisare un passaggio: i veicoli elettrici sono sicuri e il rischio che questi esplodano mentre sono in moto è del tutto nullo. Negli anni però si sono verificati dei casi – poche percentuali in tutto il mondo – in cui automobili alimentate a batterie si siano incendiate. Questi eventi, che hanno avuto più un eco mediatico che un reale riscontro nella realtà, hanno comunque spinto la National highway traffic safety administration, l’autorità dei trasporti statunitense, a condurre uno studio sul rischio incendio connesso alle batterie agli ioni di litio. Il risultato è stato che le condizioni anomale che determinano a un thermal runaway sono riconducibili a tre fattori: urti meccanici, problemi elettrici, riconducibili all’uso di materiali di fabbricazione scadenti che causano un corto circuito, una sovraccarica o un’eccessiva scarica e problemi termici dovuti alla rottura del separatore tra anodo e catodo con conseguente eccessivo riscaldamento della batteria. Di tutti e tre i casi il più pericoloso è quello connesso agli urti. In pratica in caso d’incidente è altamente probabile che si verifichino quelle condizioni estreme capaci di far incendiare la vettura.
Lo sa bene il presentatore e pilota Richard Hammond che lo scorso giugno, durante le riprese del programma tv The Grand Tour, ha avuto un grave incidente con una hypercar elettrica. In quel caso, grazie all’intervento dei vigili del fuoco, Hammond è riuscito a salvarsi mentre l’auto è andata completamente distrutta nell’incendio. Gestire eventi come questi richiedono accorgimenti particolari, attrezzature ad hoc e tempestività nell’intervento, così da evitare il rischio che la batteria esploda rilasciando gas tossici. Per mettere in sicurezza un’auto elettrica in fiamme, i vigili del fuoco devono non solo indossare protezioni adatte ma essere in grado di sconnettere rapidamente la batteria. Quest’ultima va poi tenuta sotto osservazione con una telecamera termica in modo da assicurarsi che non ci sia un corto circuito interno. Chi oggi produce e vende auto elettriche sa bene quanto sia delicato il “blocco batteria” e di come sia indispensabile migliorarne la resistenza. Da ormai diverso tempo alcuni car marker hanno iniziato a investire su materiali che consentano di rafforzare le parti che compongono il cuore elettrico di queste vettura così da ridurre i rischi di rotture meccaniche in caso di urti. In più lo sviluppo tecnologico che sta investendo il settore automotive sta portando alla creazione di batterie sempre più innovative. I cui vantaggi vanno da una densità energetica molto più elevata, fino a una maggiore sicurezza, passando per un aumento della velocità di ricarica e a una resistenza alle basse temperature. Si tratta, in questo caso, di una batteria a stato solido con elettrolita di vetro che il fisico americano John Goodenough, ideatore dei primi dispositivi ricaricabili agli ioni di litio, sta sviluppando insieme a un team dell’Università del Texas. La sicurezza è un parametro fondamentale per permettere alle auto elettriche di aumentare la loro presenza sulle strade. E in questa crescita un ruolo fondamentale lo giocheranno anche gli autoriparatori. I quali saranno chiamati, certo in maniera differente rispetto a quanto avviene oggi per un motore a combustione, a fornire un’adeguata assistenza e manutenzione. E nel farlo dovranno lavorare in sicurezza e consci dei rischi connessi ai veicoli elettrici. Dispositivi di protezione individuale, continui aggiornamenti con corsi di formazione specifici e l’utilizzo di strumenti per operare sotto tensione come guanti da elettricista, scarpe con suola in gomme, attrezzi dai manici isolati e occhiali o visiere per proteggersi da eventuali scintille, saranno la regola. Inoltre bisognerà avere un’area differente e ben delimitata in cui riparare questi veicoli.
Sullo stesso tema
#L’auto vecchia rinasce elettrica. Ecco la prima filiera della rigenerazione#Auto elettrica, manca ancora un miglio per la svolta “green”#Auto ad alimentazione alternativa, nel mercato europeo cresce il peso delle ibride