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Ottobre 2018

Flotte aziendali, aumenta la telematica a bordo e migliora la diagnostica da remoto

Nicoletta Ferrini

Automobili e camion più intelligenti, sicuri e dotati di una memoria grazie alle “black-box”. Secondo una ricerca promossa da Top Thousand il 62% dei veicoli delle flotte di medie e piccole dimensioni è connesso.
Un veicolo intelligente è capace di “dialogare” con l’ambiente circostante e con il suo guidatore, suggerendo o anche adottando automaticamente specifici comportamenti di guida. A fronte di determinate circostanze o criteri predefiniti, può attivare autonomamente dispositivi e funzioni che permettono di affrontare e prevenire situazioni di pericolo ovvero identificare percorsi più efficienti in termini di tempi di percorrenza e consumi. Un veicolo “smart” è tutto questo e molto altro. Oltre ad avere una loro “intelligenza”, automobili e camion sono oggi sempre più spesso dotati di “memoria”. Non solo sanno interpretare quello che accade loro intorno, ma possono conservarne il ricordo e rendere dati e informazioni in merito disponibili per una successiva condivisione, oltre che per un’analisi dei fatti. Telematica e diagnostica remota sono così diventati strumenti essenziali nella gestione di una flotta aziendale, sia essa composta da automobili ovvero mezzi pesanti.
 
Il “boom” dei camion connessi
I produttori di autocarri, tra i primi a cogliere le opportunità di questa tecnologia, si stanno muovendo rapidamente verso una crescente adozione e una maggiore standardizzazione di equipaggiamenti telematici. Secondo Frost & Sullivan, il tasso di adozione di telematica a bordo dei mezzi e quindi il numero di camion connessi in tutto il mondo è destinato a decollare in un arco di tempo piuttosto ristretto. L’analisi dal titolo “Global Connected Truck Market 2016 Outlook”, realizzata proprio dalla società americana di consulenza, rivela che entro il 2022 tutti i principali costruttori di veicoli industriali avranno, infatti, installato sui propri modelli strumenti telematici standardizzati e probabilmente offriranno anche un servizio gratuito di diagnostica remota. Nell’aftermarket del settore, i fornitori di questo tipo di servizi sono invece orientati verso l’implementazione di un crescente numero di soluzioni per l’analisi strutturata dei dati e quindi l’integrazione di software indipendenti nei pacchetti più diffusi per la gestione delle flotte.

Sempre più “scatole nere” nelle flotte aziendali
Nel frattempo, però, la telematica a bordo dei mezzi che compongono le flotte aziendali è già una realtà piuttosto consolidata. Sono oggi connessi ben il 62% dei veicoli delle flotte di medie e piccole dimensioni con picchi di adozione che, nel caso di alcune singole imprese arriva alla quasi totalità del parco di auto e Lcv. Il dato emerge dalla recente indagine “La telematica sale a bordo”, condotta nei mesi scorsi dalla redazione di Fleet Magazine, promossa da Top Thousand (Osservatorio sulla mobilità aziendale composto da Fleet e Mobility Manager di grandi aziende) e quindi presentata nelle scorse settimane a Milano nel corso di un evento dedicato presso la sede di Assolombarda.
L’indagine ha coinvolto, nella prima release, i responsabili della flotta e i mobility manager di 60 aziende di grandi dimensioni, appartenenti a diversi settori merceologici, per un totale di oltre 53.000 veicoli, di cui l’84% acquisiti e utilizzati con la formula del noleggio a lungo termine. Nella seconda release, sono stati invece raccolte le esperienze di 40 aziende più piccole, per un totale di 24.300 veicoli gestiti, di cui l’88% a noleggio. La ricerca ha puntato l’attenzione soprattutto sull’impatto della telematica nella gestione delle flotte aziendali, mettendo a confronto le strategie adottate in merito dalle realtà di grandi dimensioni e da quelle medio-piccole. Tra i punti di osservazione più interessanti utilizzati nel corso della survey spicca l’analisi delle ragioni alla base della scelta di dotarsi di “black box” e quindi i principali vantaggi percepiti dall’implementazione della telematica a bordo dei veicoli. Ed è proprio in quest’ultimo senso che le differenze tra i due gruppi di indagine si fanno più marcate: dalle risposte raccolte durante l’indagine emerge che i responsabili dei più grandi parchi mezzi vedono nella “black box” soprattutto uno strumento per semplificare la gestione della flotta e renderla più sicura. Per le piccole-medie imprese, invece, l’adozione della scatola nera ha quale obiettivo principale il risparmio dei costi. In dettaglio, la maggior parte delle grandi aziende ritiene di beneficiare in particolare dei dati relativi ai furti (68%), della gestione dei crash (51%), della verifica dei consumi di carburante (37%) e del monitoraggio delle attività di manutenzione (34%). Un interessante 29% considera la “black box” utile per l’analisi dello stile di guida dei driver e quindi, come conseguenza, anche per favori comportamenti di guida più sicuri e anche ecosostenibili. Per le flotte medio-piccole, invece, il tema più rilevante è la “manutenzione”, che è tra i parametri tenuti sotto controllo grazie alla “black box”. La perfetta efficienza del veicolo è riconosciuta come determinante ai fini della sicurezza e anche del pieno rispetto degli impegni contrattuali con il noleggiatore: osservare gli intervalli di manutenzione, i richiami delle Case e così via permette infatti alle aziende di non incorrere in penali al momento della riconsegna del mezzo.
 
Crescita a “doppia velocità”
Nonostante una diffusione in crescita esponenziale, l’adozione di strumenti telematici a bordo dei veicoli aziendali sembra essere più una scelta strategica indotta che consapevolmente cercata. Il 68% dei fleet manager che gestiscono le flotte di più grandi dimensioni e il 74% che operano invece in realtà più piccole hanno infatti indicato che la decisione di installare la scatola nera sui mezzi è stata del provider. Sono dunque soprattutto le società di noleggio che premono sull’acceleratore e, in vista dei molteplici vantaggi operativi, finanziari e di contenimento del rischio, scelgono dunque di equipaggiare i propri veicoli con strumenti telematici. Le aziende clienti non sembrano, invece, considerare ancora la scatola nera come parte integrante delle proprie strategie. Alcune addirittura non sempre sono a conoscenza del fatto che i veicoli che utilizzano ne sono dotati. Tuttavia, tanti vorrebbero percepirne maggiormente i vantaggi. Oltre il 50% di tutti i responsabili della flotta e i mobility manager intervistati nel corso si è detto comunque convinto del fatto che la telematica nelle flotte avrà un futuro roseo e per questo prevede un aumento del numero dei veicoli in parco equipaggiati con “black box” già nel corso dei prossimi 12 mesi. “Senza dubbio, questo è un momento chiave per la crescita della telematica all’interno delle flotte. Una frontiera che, ormai, cattura l’interesse non solo delle grandi aziende, ma anche delle realtà con parchi più piccoli e che si orienta principalmente verso due obiettivi: la sicurezza e il risparmio sui costi, accompagnato dall’agevolazione nella gestione del parco auto – ha evidenziato Maurizio Capogrosso, consigliere di Top Thousand –. L’importanza di questi fattori spiega la visione ancora ‘attendista’ di alcuni fleet manager, che constatano sì la rapida diffusione della tecnologia, ma per passare a un ruolo più attivo necessitano di vantaggi economici e gestionali sempre più tangibili”.



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