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Dicembre 2018

Rinnovare il parco circolante per stimolare l’economia e tutelare ambiente e sicurezza

Paolo Castiglia

È quanto emerso da un incontro organizzato dall’Unrae sul mercato dei veicoli pesanti. Presentati i dati GiPA e Rife
L’Italia ha in mano un’opportunità straordinaria di rinnovare il suo parco circolante che è tra i più vecchi d’Europa. Non solo, attraverso questa operazione ha anche la possibilità di raggiungere simultaneamente più obiettivi: dalla diminuzione dei consumi e delle emissioni di CO2 e di inquinanti atmosferici, alla riduzione della spesa per il carburante, fino ai benefici per la sicurezza stradale. Tutto ciò è emerso nel corso della conferenza dell’Unrae, Associazione delle case automobilistiche estere presenti sul mercato italiano, che si è svolta recentemente presso le Terme di Diocleziano a Roma, allo scopo di analizzare la situazione del mercato dei veicoli industriali. Sono stati presentati alla stampa gli studi di GiPA, Istituto di ricerche di mercato specializzato nell’after sales automotive e di Rie, Centro ricerche industriali ed energetiche, “con l’obbiettivo – spiega Unrae – di far conoscere la situazione reale dell’autotrasporto e individuare le strade razionalmente percorribili per raggiungere possibili obiettivi realistici di efficace sostenibilità ambientale ed economica”.

È una grande occasione anche dal punto di vista ambientale, quella del rinnovo del parco circolante, indicata come risorsa fondamentale dallo studio di GiPa: “Assumendo che l’entità del parco circolante italiano per il trasporto di merci rimanga costante – ha affermato infatti Marc Aguettaz, amministratore delegato di GiPA Italia – e nella prospettiva assolutamente teorica che i consumi per ogni singolo veicolo nuovo non si riducano più, in una ipotesi di completo rinnovo del parco in venti anni, da qui al 2039 si avrebbe un risparmio di 22 miliardi di litri di gasolio, pari a una riduzione della CO2 emessa di 58 milioni di tonnellate”. Nel corso della conferenza è emerso anche come, al momento, un rinnovo del parco circolante che punti a un rapido ricambio delle motorizzazioni più vecchie con le declinazioni diesel di ultima generazione – quale l’Euro VI-d – rappresenti la scelta più realistica ed efficace in termini di abbattimento degli inquinanti. Il mercato dimostra come questa considerazione sia decisamente opportuna. È un’esigenza che nasce dalla necessità di dare una svolta alla situazione dell’autotrasporto e la logistica in Italia, visto che “l’Italia, che è il quinto Paese esportatore nel mondo, è finita al 19° posto nella classifica delle performance logistiche e ha visto le sue imprese di autotrasporto ridurre del 75% la presenza sulle rotte internazionali. Le aziende maggiori e più strutturate sono emigrate, le più piccole sono scomparse, in conseguenza soprattutto degli alti costi di gestione, in particolare del personale, della pressione fiscale e delle difficoltà burocratiche”.
Sono parole di Franco Fenoglio, presidente della sezione veicoli industriali di Unrae “Dal 2008 – ha spiegato ancora Fenoglio – il settore ha perso in Italia 135.000 addetti, senza contare l’indotto e il bilancio dello Stato ha perso 105 milioni di euro di entrate fiscali e i costruttori di veicoli industriali 1,5 miliardi di fatturato”. 

Proprio in base agli studi portati avanti per analizzare a fondo il mercato e il sistema logistico italiano, per creare migliori condizioni allo sviluppo dell’autotrasporto e del mercato dei veicoli, l’Unrae propone quindi “di rendere strutturale il sostegno agli investimenti, di costruire un sistema di incentivazione al rinnovo del parco basato sul principio ‘chi più inquina ed è meno sicuro, più paga’, di ridare efficienza alla burocrazia amministrativa e tecnica e, infine, di impiegare risorse nella preparazione professionale dei giovani e adoperarsi in Europa per ristabilire le regole di una competitività corretta e con sistema di trasporto che dia opportunità uguali per tutti”.



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