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ANFIA traccia le linee guida per il settore automotive
Francesca Del Bello
Ne abbiamo parlato con Marco Stella Presidente Gruppo Componenti ANFIA
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Nell’immediato futuro l’industria automotive attraverserà una serie di importanti mutamenti destinati a ridisegnarne i contorni: lo stesso si può dire per le aziende della componentistica. Quali sono le sfide più rilevanti e quali le azioni più imminenti da intraprendere per continuare ad essere competitivi sul mercato e rimanere al passo?
Le sfide più rilevanti riguardano le aziende – circa 450 in Italia – ancora unicamente focalizzate sulla componentistica per i motori ICE, chiamate ad una riconversione produttiva, con eventuale apertura anche ad altri settori, affini all’automotive. Parliamo di circa 70.000 lavoratori a rischio. Per questo, nel Manifesto, chiediamo supporto e accompagnamento per le imprese che “non troveranno posto” nella filiera, prevedendo ammortizzatori sociali per la transizione, piani di reskilling, upskilling e mobilità aziendale o di sostegno qualificato nell’elaborazione di business plan di riconversione. In generale, tutte le aziende della componentistica devono programmare investimenti in nuove tecnologie e in ricerca e sviluppo e puntare su aggregazioni e sinergie proprio per avere maggiore forza in questo senso, diventando più solide finanziariamente.
L’attuale situazione geopolitica contribuisce ad acuire una crisi energetica che sta mettendo a dura prova le imprese: le aziende del suo settore come stanno reagendo a questa situazione?
C’è molta preoccupazione e si studia come fare ulteriore efficienza nei processi produttivi per limitare i danni, ma, soprattutto, si spera che vengano presto introdotte ulteriori e più efficaci misure di compensazione del caro energia, divenute indispensabili. Servirebbe, comunque, un’incisiva risposta europea a questa crisi, che rischia di diventare una vera e propria emergenza per tutto il sistema produttivo, con possibili impatti sociali consistenti.
Dal manifesto emerge l’importanza di investire equamente in tutte le nuove tecnologie della mobilità: una spinta non solo verso l’elettrico quindi, ma anche verso idrogeno e carburanti rinnovabili – in direzione di una vera e propria neutralità tecnologica. Ce ne parli.
Ci sono molteplici opportunità, non solo quelle collegate esclusivamente all’elettrificazione. Idrogeno, biocarburanti e carburanti sintetici sono tutte tecnologie che ci consentono di avanzare verso l’obiettivo della decarbonizzazione della mobilità, sia dei passeggeri che delle merci, valorizzando e sviluppando competenze diverse – tra cui quelle relative alla filiera del gas per autotrazione, già esistenti nel nostro Paese – e diversi filoni di business, anche a seconda della “missione” delle varie tipologie di autoveicoli – si pensi al GNL, che già costituisce una valida alternativa al diesel nel trasporto pesante, soprattutto a lunga distanza.