Ricostruzione pneumatici, opportunità da cogliere
Massimo Condolo
Le potenzialità ecologiche ed economiche del pneumatico ricostruito sono molte, ma la concorrenza del nuovo low cost causa più di una preoccupazione
Nello scenario attuale, un’ampia offerta di pneumatici low cost erode mercato al ricostruito, ponendo il settore, come ha rilevato il presidente Airp Stefano Carloni, “di fronte a nuove opportunità, decisive per un settore che in Italia è passato dalle 300 aziende di vent’anni fa alle 40 attuali”. Grazie all’economia circolare di cui il retreading è uno degli esempi più classici (fa risparmiare il 70% di materiali, dal 24 al 37% delle emissioni di CO2 e il 40% dei costi), c’è ancora spazio per la ricostruzione, a patto che tecnologia e mentalità evolvano. “Come ha evidenziato una recente ricerca Airp”, ha sottolineato Franco D’Amore di Energy Area - Istituto per la competitività, “la ricostruzione permette inoltre di risparmiare il 29% del terreno, il 19 di acquua e di preservare il 70% del valore del materiale”.
È quanto è emerso dal convegno “The future of retreading”, organizzato da Retreading Business e Airp, a cui hanno partecipato, durante Autopromotec 2019, attori e studiosi della filiera. La ricostruzione oggi si colloca in un mercato in crescita, che lascia però poco spazio alla seconda vita del pneumatico. I produttori cinesi, oltre a far guerra a colpi di prezzo a quelli europei, non hanno le basi tecnologiche, perché la ricostruzione è poco diffusa sul loro mercato. In Europa due soltanto dei quattro grandi mercati (Germania e Italia) registrano per il totale di pneumatici nuovi e ricostruiti aumenti oltre il 5%, mentre la Germania è stabile e il Regno Unito in netta recessione. “I mercati europeo e nordamericano – ha spiegato il Ceo di Tyre Industry Research David Shaw – stanno registrando una contrazione dei volumi, che spinge i grandi brand del retreading a cercare clienti anche fra le flotte più piccole”. “Anche per chi è più tecnologico – rileva Dirk Reurslag di VMI Technologies – rimangono due grandi problemi: la qualità e quantità delle carcasse da ricostruire e del personale capace e formato”. Il marketing è un altro punto dolente: “Abbiamo cinque anni, la durata delle leggi anti-dumping – spiega Sandro Garcia Salmones di Valebridge Media Services – per preparare campagne e servizi in grado di fare apprezzare appieno le caratteristiche ambientali, tecniche ed economiche del ricostruito”. La concorrenza delle gomme nuove e monouso prodotte in Cina ha eroso sensibili quote al ricostruito, in particolare nel mercato delle flotte.
A questo fenomeno si aggiunge l’espansione dell’industria cinese, che a colpi di incorporazioni e acquisizioni sta mettendo piede in diversi mercati orientali e occidentali come Serbia, Stati Uniti, Tailandia e Vietnam. I prodotti di questi Paesi, oltretutto, non sono sottoposti ai dazi doganali decisi per arginare Pechino. In Europa 71 industrie della ricostruzione hanno chiuso i battenti tra il 2014 e il 2017, segno che serve un deciso cambio di mentalità per invertire la tendenza. “La concorrenza del nuovo a bassa tecnologia – ha aggiunto Harjeeve Kandahari di Vaculug Technology Ltd – va combattuta con un ricostruito dalla tecnologia al top”. La sua azienda, che lavora soltanto pneumatici autocarro e OTR, applica ai suoi ricostruiti tecnologie aeronautiche, che permettono un ottimo rapporto fra qualità, prezzo e prestazioni. Non è soltanto il prezzo il driver della scelta del cliente, ma il costo totale di esercizio della soluzione scelta. A favorire la transizione sono le nuove tecnologie: poter tracciare e geolocalizzare un pneumatico senza grandi investimenti ma utilizzando il sistema TPMS e l’elettronica di bordo di un camion rende scalabili anche sul trasportatore monoveicolare le applicazioni fino a ieri applicabili sono alle grandi flotte. “Un altro effetto della concorrenza cinese – prosegue Ivano Garavaglia di Gfk Growth from knowledge – è la crescita dei brand non premium, in particolare di quelli di seconda fascia e, in Germania e Italia, di quelli di terza. Francia e Italia registrano anche un lieve aumento del ricostruito”.
È quanto è emerso dal convegno “The future of retreading”, organizzato da Retreading Business e Airp, a cui hanno partecipato, durante Autopromotec 2019, attori e studiosi della filiera. La ricostruzione oggi si colloca in un mercato in crescita, che lascia però poco spazio alla seconda vita del pneumatico. I produttori cinesi, oltre a far guerra a colpi di prezzo a quelli europei, non hanno le basi tecnologiche, perché la ricostruzione è poco diffusa sul loro mercato. In Europa due soltanto dei quattro grandi mercati (Germania e Italia) registrano per il totale di pneumatici nuovi e ricostruiti aumenti oltre il 5%, mentre la Germania è stabile e il Regno Unito in netta recessione. “I mercati europeo e nordamericano – ha spiegato il Ceo di Tyre Industry Research David Shaw – stanno registrando una contrazione dei volumi, che spinge i grandi brand del retreading a cercare clienti anche fra le flotte più piccole”. “Anche per chi è più tecnologico – rileva Dirk Reurslag di VMI Technologies – rimangono due grandi problemi: la qualità e quantità delle carcasse da ricostruire e del personale capace e formato”. Il marketing è un altro punto dolente: “Abbiamo cinque anni, la durata delle leggi anti-dumping – spiega Sandro Garcia Salmones di Valebridge Media Services – per preparare campagne e servizi in grado di fare apprezzare appieno le caratteristiche ambientali, tecniche ed economiche del ricostruito”. La concorrenza delle gomme nuove e monouso prodotte in Cina ha eroso sensibili quote al ricostruito, in particolare nel mercato delle flotte.
A questo fenomeno si aggiunge l’espansione dell’industria cinese, che a colpi di incorporazioni e acquisizioni sta mettendo piede in diversi mercati orientali e occidentali come Serbia, Stati Uniti, Tailandia e Vietnam. I prodotti di questi Paesi, oltretutto, non sono sottoposti ai dazi doganali decisi per arginare Pechino. In Europa 71 industrie della ricostruzione hanno chiuso i battenti tra il 2014 e il 2017, segno che serve un deciso cambio di mentalità per invertire la tendenza. “La concorrenza del nuovo a bassa tecnologia – ha aggiunto Harjeeve Kandahari di Vaculug Technology Ltd – va combattuta con un ricostruito dalla tecnologia al top”. La sua azienda, che lavora soltanto pneumatici autocarro e OTR, applica ai suoi ricostruiti tecnologie aeronautiche, che permettono un ottimo rapporto fra qualità, prezzo e prestazioni. Non è soltanto il prezzo il driver della scelta del cliente, ma il costo totale di esercizio della soluzione scelta. A favorire la transizione sono le nuove tecnologie: poter tracciare e geolocalizzare un pneumatico senza grandi investimenti ma utilizzando il sistema TPMS e l’elettronica di bordo di un camion rende scalabili anche sul trasportatore monoveicolare le applicazioni fino a ieri applicabili sono alle grandi flotte. “Un altro effetto della concorrenza cinese – prosegue Ivano Garavaglia di Gfk Growth from knowledge – è la crescita dei brand non premium, in particolare di quelli di seconda fascia e, in Germania e Italia, di quelli di terza. Francia e Italia registrano anche un lieve aumento del ricostruito”.