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Settembre/Ottobre 2024

Refactoring, come la seconda vita delle automobili è tra le strade da percorrere per ridurre le emissioni

Simonluca Pini - Contributing Editor Sole 24 Ore

Ricondizionare per non costruire altre automobili. La sostenibilità in campo automobilistico passa anche dalle auto usate
Temi come sostenibilità, economia circolare e riduzioni delle emissioni inquinanti sono diventati i protagonisti del settore automotive negli ultimi anni. Se molto spesso l’auto elettrica può sembrare il modo migliore per ridurre l’impatto sull’ambiente, non tenendo conto dell’intero ciclo di produzione e vita del veicolo, il ricondizionamento delle vetture usate sta diventando una realtà per i principali gruppi automobilistici. Perché in un’era dove la sostenibilità e la circolarità sono diventati concetti fondamentali per uno sviluppo responsabile, almeno nelle intenzioni, molto spesso la realtà è fatta da compulsivo rinnovamento e acquisto di nuovi beni. Il tutto dimenticandosi come la produzione di nuove automobili abbia un impatto significativo in materia di energia consumata, acqua utilizzata, materie prime estratte, logistica dedicata e tutto quello che ne consegue. Altro punto fondamentale arriva nel riciclo dei rifiuti metallici e nella gestione dei veicoli a fine vita, a fronte dei circa 11 milioni di veicoli da rottamare ogni anno in Europa. Nel Vecchio Continente si producono circa 6 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno dal settore automotive. La crescita del mercato continentale (riciclo più ricambi) entro il 2030 è stimata del 50% (intorno ai 20 miliardi contro i 13 miliardi nel 2021), grazie ai piani di decarbonizzazione dei produttori, alle possibili difficoltà sulle catene di approvvigionamento, alla pressione normativa e alla crescente domanda di soluzioni per l’economia circolare da parte dei consumatori.
 
Refactory Renault
 
La sostenibilità in campo automobilistico passa anche dalle auto usate, in grado di tornare “come nuove” dopo uno scrupoloso procedimento di Refactory. Seguendo proprio questa filosofia, il gruppo francese ha capito l’importanza di dare una nuova vita a vetture dal breve passato e capaci di assicurare elevati standard di sicurezza e rispettare le normative ambientali in vigore, inaugurando nel 2020 il primo stabilimento europeo dedicato alla circolarità della mobilità. Battezzato Factory VO (dove VO sta per Vehicules d’Occasion), la conversione del sito di Flins ha sottolineato come la “seconda vita” delle auto è in grado di creare valore e assicurare uno sviluppo sostenibile. Esempio perfetto di economia circolare, l’operazione di ripristino spazia dalla carrozzeria, ai componenti meccanici e agli interni. Non mancano la riparazione e lo sviluppo di applicazioni per le batterie di seconda vita nello stoccaggio dell’energia e riciclo e ricondizionamento dei ricambi. I veicoli ricondizionati possono contare sugli stessi standard di qualità dei veicoli nuovi prodotti. Un sistema di controllo della qualità indipendente è integrato nel dispositivo, così come un sistema di qualificazione delle batterie per i veicoli elettrici. Insieme al sito di Flins, gli impianti di Siviglia in Spagna e Bursa in Turchia hanno ricondizionato più di 50mila veicoli usati dal 2021. Nel dettaglio la Refactory si sviluppa in quattro diverse aree: Centro Re-Trofit, per il ricondizionamento dei veicoli usati; Centro Re-Energy, per la riparazione e lo sviluppo di applicazioni per le batterie di seconda vita nello stoccaggio dell’energia; Centro Re-Cycle, riunisce le attività di riciclo e riutilizzo di componenti e materiali; Centro Re-Start, comprende il progetto di un centro di innovazione e formazione.





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