Blocco dei corsi per gli ispettori delle revisioni
Massimo Brunamonti
Ecco quali sono i rischi per il settore
La cosa si è fatta preoccupante quando, dopo la feroce battaglia sugli emendamenti, il decreto “Milleproroghe” del 21 settembre scorso è stato approvato con incluso un paragrafo quanto meno oscuro che si riferisce al D.M. 214/2017, quello che recepisce la Direttiva UE 2014/45 sulle revisioni. Il paragrafo in questione dice che le disposizioni relative all’articolo 13 comma 1 del D.M. 214/2017 “si applicano a decorrere dalla data di entrata in vigore delle disposizioni attuative del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”.
Cosa significa tutto questo non è dato sapere ai comuni cittadini visto il “legalese” ermetico, tanto che AICA ha ritenuto necessario rivolgersi al proprio consulente legale per sbrogliare la matassa. La consulenza legale ha purtroppo confermato le peggiori previsioni. Stiamo parlando dei corsi di formazione e abilitazione degli “Ispettori” dei centri di revisione, quelli che, ai sensi della Direttiva 2014/45, vanno a sostituire i vecchi “Direttori Tecnici”; il parere legale purtroppo conferma che i corsi per gli Ispettori sono di fatto sospesi in attesa della emanazione dei decreti attuativi.
A parte la discutibilità del provvedimento che, prorogando solo una piccola parte di una legge già in vigore, non solo è di dubbia costituzionalità ma potrebbe anche essere oggetto di procedura di infrazione da parte della Commissione europea, la situazione che si viene a creare è dannosa per l’intero settore: l’impossibilità di nominare nuovi ispettori va a discapito non solo dei centri di revisione esistenti e futuri, ma anche e soprattutto danneggia i giovani che si vedono così negati possibili nuovi posti di lavoro.
Perché tutto questo? Se il motivo è il ritardo nell’emissione dei decreti attuativi e la conseguente necessità di proroga, si poteva optare per prorogare il vecchio impianto per intero. Invece la scelta è stata quella di bloccare tout court con l’ovvia conseguenza che non si avranno né nuovi impieghi né nuove piccole imprese.
Difficile qualificare tale comportamento al punto di domandarsi se non giova a qualcuno. La domanda è legittima dato l’accanimento sul tema: da notare infatti l’interpellanza parlamentare urgente del 25 settembre che sottolinea come allo stato attuale non sono definiti con chiarezza i requisiti del “nuovi” Ispettori, non consentendo così alle Regioni, titolari della gestione dei processi di formazione, di stabilire le dinamiche formative necessarie. Ebbene, un’interpellanza parlamentare urgente di tale portata avrebbe dovuto suscitare reazioni immediate anche perché il problema sarebbe tutt’altro che insormontabile.
I costruttori di auto attrezzature e una prevalente parte di autoriparatori e centri di revisione hanno ripetutamente cercato di far presente il problema al Governo senza, per adesso, risultati concreti. Si sente parlare di possibili novità positive a breve e la cosa sarebbe provvidenziale. È importante comunque tenere bene in mente che, anche quando la situazione verrà sboccata, servirà comunque del tempo per tornare a regime e avere nuovi Ispettori “pronti all’uso”. È bene allo scopo avere ben chiari i numeri di cui stiamo parlando: in Italia ci sono circa 12.000 direttori tecnici operanti in circa 8.500 centri di revisione ed il settore ha già adesso bisogno di ulteriori nuovi impiegati anche soltanto per colmare il turn-over. Una volta decretato il da farsi, tutti gli attuali direttori tecnici dovranno essere riqualificati come ispettori in conformità alla nuova legge, secondo la quale anche i nuovi Ispettori dovranno essere formati: chi lo fa? Secondo quale programma formativo? In quanto tempo?
Cosa significa tutto questo non è dato sapere ai comuni cittadini visto il “legalese” ermetico, tanto che AICA ha ritenuto necessario rivolgersi al proprio consulente legale per sbrogliare la matassa. La consulenza legale ha purtroppo confermato le peggiori previsioni. Stiamo parlando dei corsi di formazione e abilitazione degli “Ispettori” dei centri di revisione, quelli che, ai sensi della Direttiva 2014/45, vanno a sostituire i vecchi “Direttori Tecnici”; il parere legale purtroppo conferma che i corsi per gli Ispettori sono di fatto sospesi in attesa della emanazione dei decreti attuativi.
A parte la discutibilità del provvedimento che, prorogando solo una piccola parte di una legge già in vigore, non solo è di dubbia costituzionalità ma potrebbe anche essere oggetto di procedura di infrazione da parte della Commissione europea, la situazione che si viene a creare è dannosa per l’intero settore: l’impossibilità di nominare nuovi ispettori va a discapito non solo dei centri di revisione esistenti e futuri, ma anche e soprattutto danneggia i giovani che si vedono così negati possibili nuovi posti di lavoro.
Perché tutto questo? Se il motivo è il ritardo nell’emissione dei decreti attuativi e la conseguente necessità di proroga, si poteva optare per prorogare il vecchio impianto per intero. Invece la scelta è stata quella di bloccare tout court con l’ovvia conseguenza che non si avranno né nuovi impieghi né nuove piccole imprese.
Difficile qualificare tale comportamento al punto di domandarsi se non giova a qualcuno. La domanda è legittima dato l’accanimento sul tema: da notare infatti l’interpellanza parlamentare urgente del 25 settembre che sottolinea come allo stato attuale non sono definiti con chiarezza i requisiti del “nuovi” Ispettori, non consentendo così alle Regioni, titolari della gestione dei processi di formazione, di stabilire le dinamiche formative necessarie. Ebbene, un’interpellanza parlamentare urgente di tale portata avrebbe dovuto suscitare reazioni immediate anche perché il problema sarebbe tutt’altro che insormontabile.
I costruttori di auto attrezzature e una prevalente parte di autoriparatori e centri di revisione hanno ripetutamente cercato di far presente il problema al Governo senza, per adesso, risultati concreti. Si sente parlare di possibili novità positive a breve e la cosa sarebbe provvidenziale. È importante comunque tenere bene in mente che, anche quando la situazione verrà sboccata, servirà comunque del tempo per tornare a regime e avere nuovi Ispettori “pronti all’uso”. È bene allo scopo avere ben chiari i numeri di cui stiamo parlando: in Italia ci sono circa 12.000 direttori tecnici operanti in circa 8.500 centri di revisione ed il settore ha già adesso bisogno di ulteriori nuovi impiegati anche soltanto per colmare il turn-over. Una volta decretato il da farsi, tutti gli attuali direttori tecnici dovranno essere riqualificati come ispettori in conformità alla nuova legge, secondo la quale anche i nuovi Ispettori dovranno essere formati: chi lo fa? Secondo quale programma formativo? In quanto tempo?
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