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Maggio 2020

55 miliardi per riaccendere il motore economico dopo il lockdown

Matteo Prioschi, giornalista de Il Sole 24 Ore

Sostegno all’occupazione, contributi per le imprese e provvedimenti fiscali: ecco i principali ambiti di intervento
Dopo una lunga gestazione è entrato in vigore il 19 maggio il decreto legge “rilancio” (ex decreto aprile) che, nonostante il nome, nei fatti potrebbe non risultare particolarmente efficace nell’azione di sostegno per la ripartenza del settore economico dopo la riduzione o la pausa forza per molte attività produttive verificatasi negli ultimi due mesi. Il provvedimento ha un valore di 55 miliardi di euro. Tre gli ambiti principali in cui interviene per quanto di interesse al comparto produttivo privato: sostegno all’occupazione, contributi per le imprese, provvedimenti fiscali. Alla cassa integrazione vanno oltre 12 miliardi di euro, a cui vanno aggiunti gli interventi per reddito di emergenza e i vari bonus da 600 euro per i lavoratori autonomi o comunque precari, con la conseguenza che questa voce di spesa arriva complessivamente a 25 miliardi. Un intervento importante, motivato anche dal fatto che la cassa integrazione con causale Covid-19, introdotta dal decreto legge “cura Italia”, ha bruciato già tutte le risorse disponibili e parte di quelle nuove verranno utilizzate per soddisfare le richieste già arrivate.
 
Per quanto riguarda il fronte fiscale, la misura più immediata e concreta per il mondo produttivo è la cancellazione del saldo Irap 2019 e dell’acconto 2020 in favore di imprese e lavoratori autonomi con volume d’affari o compensi non superiori a 250 milioni di euro l’anno. Un abbuono che vale quasi quattro miliardi di euro, a fronte di un gettito annuale di circa 20 miliardi generato dall’imposta. Sempre sul fronte fiscale sono state rinviate le scadenze di ritenute e contributi previdenziali di aprile e maggio, ma non quelle di giugno. In via generale la ripresa dei versamenti deve essere effettuata entro il 16 settembre, in modalità unica o rateizzabile in quattro mensilità. Dopo le polemiche riguardanti i tempi lunghi e le difficoltà burocratiche per i prestiti agevolati introdotti con i decreti legge precedenti, la novità è costituita dal contributo a fondo perduto per aziende e lavoratori autonomi con ricavi superiori a 5 milioni di euro nel 2019, e a fronte di un fatturato del mese di aprile 2020 inferiore ai due terzi di quello dell’aprile dell’anno scorso. Il requisito del calo di fatturato non si applica alle attività avviate da gennaio 2019 e per quelle situate in comuni già oggetto di stati di emergenza per altri eventi e ancora in corso al 31 gennaio 2020, quando è stato dichiarato lo stato di emergenza Covid-19. Si tratta delle zone colpite da terremoti o alluvioni nel recente passato. Il contributo a fondo perduto è pari al 20, 15, 10% del fatturato perso in aprile in relazione al volume d’affari (20% fino a 400mila euro; 15% oltre 400mila e fino a 1 milione di euro; 10% oltre il milione e fino a 5). L’importo minimo dell’aiuto è comunque di mille euro per le persone fisiche e 2mila euro per gli altri soggetti. A disposizione ci sono quasi 6,2 miliardi di euro. Sempre per le attività con ricavi non superiori a 5 milioni di euro, c’è il credito di imposta del 60 per cento del canone di locazione, leasing o concessione di immobili destinati all’attività imprenditoriale. L’agevolazione vale circa 1,4 miliardi di euro.
 
Invece per le aziende con ricavi oltre i cinque milioni e fino a 50, con una riduzione del fatturato non inferiore al 33% calcolato nel secondo bimestre 2020 rispetto a quello del 2019, è stato introdotto un aiuto al rafforzamento del patrimonio. A fronte di un aumento di capitale da effettuarsi entro la fine dell’anno viene riconosciuto un credito d’imposta pari al 20% del conferimento, fino a un massimo di 2 milioni di euro. Inoltre un credito d’imposta del 50% viene riconosciuto sulle perdite eccedenti il 10% del patrimonio netto nel bilancio di esercizio 2020. Inoltre vengono potenziati i fondi già esistenti per il sostegno alle start up innovative e l’assicurazione, tramite la Sace, sul credito commerciale a breve termine utilizzata da circa un milione di aziende per un importo complessivo di 250 miliardi di euro di transazioni. La garanzia opererà su rischi per crediti commerciali a breve termine concluse tra il 19 maggio e 31 dicembre 2020. Da verificare l’applicazione pratica della possibilità che Regioni e Province autonome nonché le Camere di commercio hanno di intervenire, con loro fondi, fornendo garanzie sui prestiti alle imprese, oppure con prestiti a tasso agevolato. Sempre gli stessi soggetti potranno prevedere degli aiuti per le aziende al fine di evitare i licenziamenti, con periodo di riferimento 1° febbraio 31 dicembre 2020. La sovvenzione, con durata massima di 12 mesi dalla domanda, sarebbe riconosciuta a fronte di sospensione o riduzione dell’attività aziendale ma senza tagli del personale e l’importo sarebbe di non oltre l’80% della retribuzione mensile lorda.
 
Quanto agli ammortizzatori sociali, nella sostanza sono state introdotte altre 9 settimane di cassa integrazione ordinaria, assegno ordinario del Fondo di integrazione salariale e di cassa in deroga con causale Covid-19. Vi si accede dopo aver esaurito le 9 settimane previste dal “cura Italia” (situazione molto probabile dato che potevano decorrere dal 23 febbraio) e in due tranche, cioè massimo 5 settimane entro il 31 agosto e altre 4 nei due mesi successivi (turismo, fiere ed eventi possono usarle tutte entro il 31 agosto).
Definita anche una nuova procedura con la finalità di garantire erogazioni in tempi più rapidi e il 40% degli importi richiesti entro 15 giorni in caso di pagamento diretto dell’Inps.
 





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