Officina 4.0, per conoscere ed elaborare i dati tecnici dei moderni veicoli servono attrezzature “connesse”
di Massimo Brunamonti
Auto intelligenti hanno bisogno di autofficine innovative. Investire sull'internet of things consentirà agli autoriparatori di lavorare in modo più produttivo, veloce e sicuro sfruttando il proprio sistema informativo e ottimizzando gli accessi al cloud.
La conferenza Autopromotec 2018 ha da poco chiuso i battenti e ancora siamo tutti a ripensare agli innumerevoli spunti proposti dalla ricca e assortita platea di relatori che abbiamo avuto il piacere di ascoltare. Lo scenario di cambiamento prefigurato dagli interventi di più o meno tutti, se da un lato può preoccupare, dall’altro però suscita curiosità e allo stesso tempo consapevolezza che è proprio il cambiamento che genererà la dinamica necessaria per chi, con idee e coraggio, lo saprà sfruttare. Si è parlato di auto connessa, guida autonoma, intelligenza artificiale e molto altro tra cui, importantissimo, il cambiamento nell’autoriparazione; un tema sfiorato ma da approfondire in questo ambito è il futuro delle autoattrezzature.
Cosa implica tutto questo per i costruttori di autoattrezzature? Sicuramente non poco. L’assistenza tecnica post vendita si baserà sempre di più sulle informazioni della più varia natura, a partire dai dati tecnici del veicolo, ai codici Obd, al tipo di ricambio o consumabile, fino ai dati del cliente che è poi “l’oggetto del desiderio”. Ma come fanno le attrezzature a usufruire e gestire le informazioni? Il vecchio libretto cartaceo dei dati tecnici di buona memoria è ormai un caro ricordo; la disponibilità dell’informazione tecnica oggi è via cloud: si tratta di accedervi e usarla laddove essa serve, cioè in tutte le parti dell’officina coinvolte nel processo di riparazione: dall’ufficio, al magazzino ricambi fino a ogni singola attrezzatura. Immaginiamoci di essere un’autofficina che riceve, attraverso il social o la app con la quale è in contatto con il cliente, la richiesta di un tagliando o di una manutenzione o riparazione. Il cliente non avrà bisogno di fare altro che confermare nella sua agenda il giorno e l’ora dell’appuntamento che nel frattempo avrà ricevuto come risposta automatica dal suo meccanico di fiducia. Cosa accade a questo punto nell’autofficina? il software prenotazione ha aperto la scheda di lavoro per quel cliente e veicolo in quel giorno e ora, assegnandovi anche tutte le attrezzature necessarie. Quando il veicolo arriva in officina, il computer accede al cloud per scaricare i dati tecnici che andranno poi direttamente anche alle varie attrezzature utilizzate.
Eccoci qua: le attrezzature quindi saranno connesse proprio come l’officina, l’autoveicolo e ciascuno di noi. La parola magica che descrive bene la situazione è “Internet of Things” (IoT) e proprio di questo stiamo parlando: l’autoattrezzatura diventa una “Thing” dell’IoT.I costruttori questo lo sanno bene, al punto che sono in corso lavori importanti sulla definizione di protocolli e reti di scambio dati tra apparecchiature in officina che hanno come scopo proprio quello di renderle “connesse”. In questo modo l’autofficina potrà lavorare in modo più produttivo, veloce e sicuro, sfruttando il proprio sistema informativo e ottimizzando gli accessi al cloud.
Cosa implica tutto questo per i costruttori di autoattrezzature? Sicuramente non poco. L’assistenza tecnica post vendita si baserà sempre di più sulle informazioni della più varia natura, a partire dai dati tecnici del veicolo, ai codici Obd, al tipo di ricambio o consumabile, fino ai dati del cliente che è poi “l’oggetto del desiderio”. Ma come fanno le attrezzature a usufruire e gestire le informazioni? Il vecchio libretto cartaceo dei dati tecnici di buona memoria è ormai un caro ricordo; la disponibilità dell’informazione tecnica oggi è via cloud: si tratta di accedervi e usarla laddove essa serve, cioè in tutte le parti dell’officina coinvolte nel processo di riparazione: dall’ufficio, al magazzino ricambi fino a ogni singola attrezzatura. Immaginiamoci di essere un’autofficina che riceve, attraverso il social o la app con la quale è in contatto con il cliente, la richiesta di un tagliando o di una manutenzione o riparazione. Il cliente non avrà bisogno di fare altro che confermare nella sua agenda il giorno e l’ora dell’appuntamento che nel frattempo avrà ricevuto come risposta automatica dal suo meccanico di fiducia. Cosa accade a questo punto nell’autofficina? il software prenotazione ha aperto la scheda di lavoro per quel cliente e veicolo in quel giorno e ora, assegnandovi anche tutte le attrezzature necessarie. Quando il veicolo arriva in officina, il computer accede al cloud per scaricare i dati tecnici che andranno poi direttamente anche alle varie attrezzature utilizzate.
Eccoci qua: le attrezzature quindi saranno connesse proprio come l’officina, l’autoveicolo e ciascuno di noi. La parola magica che descrive bene la situazione è “Internet of Things” (IoT) e proprio di questo stiamo parlando: l’autoattrezzatura diventa una “Thing” dell’IoT.I costruttori questo lo sanno bene, al punto che sono in corso lavori importanti sulla definizione di protocolli e reti di scambio dati tra apparecchiature in officina che hanno come scopo proprio quello di renderle “connesse”. In questo modo l’autofficina potrà lavorare in modo più produttivo, veloce e sicuro, sfruttando il proprio sistema informativo e ottimizzando gli accessi al cloud.
Officina 4.0
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