Battle for data
Massimo Brunamonti
Continua il lavoro di Egea in Ue per garantire al settore dell’autoriparazione l'accesso diretto e non discriminatorio a dati e funzioni degli autoveicoli
Dave Garratt, presidente di Egea, l’associazione europea delle attrezzature per autofficina di cui Aica è membro, l’ha chiamata “La Battaglia per i Dati”, riferendosi all’attività in corso a Bruxelles e nei paesi membri della Ue, per garantire al settore dell’autoriparazione accesso diretto e non discriminatorio a dati e funzioni degli autoveicoli. Che di vera e propria battaglia, anche se fortunatamente incruenta, si tratti non ci sono dubbi: l’autoriparazione, soprattutto quella indipendente, e i costruttori di auto sono su sponde opposte in una fase in cui il legislatore si trova a dover decidere se e quali norme adottare per l’auto connessa.
Le recenti riunioni presso la Dg Grow a Bruxelles hanno ampiamente palesato questa differenza di posizioni al punto che la Commissione europea ha deciso di prolungare le consultazioni nel tentativo di individuare una soluzione condivisa. L’argomento è complesso e, dal punto di vista dell’autoriparazione, si articola non solo sull’auto connessa ma anche sull’accesso tramite porta Obd per il quale oggi si assiste all’introduzione di barriere da parte dei costruttori di auto. La barriera è per lo più giustificata con la necessità di “cybersecurity” (sicurezza informatica) come protezione da possibili attacchi informatici che possono mettere a repentaglio la sicurezza stradale. Sacrosanto: l’auto connessa e a guida assistita (domani autonoma), ha estremo bisogno di sicurezza informatica senza la quale l’auto potrebbe addirittura diventare un’arma di distruzione di massa. Ma sicurezza informatica e possibilità di accesso non sono in conflitto tra di loro come dimostrano molte applicazioni in altri settori altrettanto delicati quale, per esempio, il movimento di denaro.
Questo è esattamente quanto sostiene Egea: in un ambito di informatica sicura, è tecnicamente possibile, se si vuole, regolare e amministrare l’accesso al veicolo in modo tale da impedire operazioni erronee, illecite o criminali senza allo stesso tempo penalizzare l’intero settore dell’autoriparazione indipendente; questo è, in estrema sintesi, quanto Egea chiede al legislatore: normare l’accesso e possibilmente standardizzarlo laddove necessario o auspicabile. La stessa Commissione aveva fatto passi avanti positivi in tale direzione, basti pensare all’annuncio della scorsa primavera nel quale ha presentato la proposta ufficiale di adozione dello standard Iso 18541 (standard per le informazioni di riparazione e manutenzione- Rmi) e dello schema di accreditamento Sermi nella legislazione europea. Il Sermi, in particolare, potrebbe costituire la soluzione del problema dell’autorizzazione all’accesso garantendone legalità e legittimità mediante accreditamento e realizzando la necessaria tracciabilità delle operazioni.
Le recenti riunioni presso la Dg Grow a Bruxelles hanno ampiamente palesato questa differenza di posizioni al punto che la Commissione europea ha deciso di prolungare le consultazioni nel tentativo di individuare una soluzione condivisa. L’argomento è complesso e, dal punto di vista dell’autoriparazione, si articola non solo sull’auto connessa ma anche sull’accesso tramite porta Obd per il quale oggi si assiste all’introduzione di barriere da parte dei costruttori di auto. La barriera è per lo più giustificata con la necessità di “cybersecurity” (sicurezza informatica) come protezione da possibili attacchi informatici che possono mettere a repentaglio la sicurezza stradale. Sacrosanto: l’auto connessa e a guida assistita (domani autonoma), ha estremo bisogno di sicurezza informatica senza la quale l’auto potrebbe addirittura diventare un’arma di distruzione di massa. Ma sicurezza informatica e possibilità di accesso non sono in conflitto tra di loro come dimostrano molte applicazioni in altri settori altrettanto delicati quale, per esempio, il movimento di denaro.
Questo è esattamente quanto sostiene Egea: in un ambito di informatica sicura, è tecnicamente possibile, se si vuole, regolare e amministrare l’accesso al veicolo in modo tale da impedire operazioni erronee, illecite o criminali senza allo stesso tempo penalizzare l’intero settore dell’autoriparazione indipendente; questo è, in estrema sintesi, quanto Egea chiede al legislatore: normare l’accesso e possibilmente standardizzarlo laddove necessario o auspicabile. La stessa Commissione aveva fatto passi avanti positivi in tale direzione, basti pensare all’annuncio della scorsa primavera nel quale ha presentato la proposta ufficiale di adozione dello standard Iso 18541 (standard per le informazioni di riparazione e manutenzione- Rmi) e dello schema di accreditamento Sermi nella legislazione europea. Il Sermi, in particolare, potrebbe costituire la soluzione del problema dell’autorizzazione all’accesso garantendone legalità e legittimità mediante accreditamento e realizzando la necessaria tracciabilità delle operazioni.
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