La situazione delle revisioni in Italia
Massimo Brunamonti
La situazione appare in stallo: è necessaria una consultazione fra le parti per dirimere le questioni che rimangono irrisolte
In maniera del tutto inaspettata la Direzione Generale per la Motorizzazione, nella persona del Responsabile della Divisione 4 Ing. Sergio Scavone, ha convocato in data 25 ottobre una riunione con gli operatori di settore avente per oggetto la revisione periodica delle macchine agricole e delle macchine operatrici per la realizzazione di una rete capillare di centri di controllo.
La riunione purtroppo non ha avuto grandi esiti, a parte il venire a conoscenza che l’Ing. Scavone, come da lui stesso annunciato, avrebbe lasciato l’incarico alla fine del mese di ottobre. Data la generale impreparazione sul tema, nessuno dei presenti ha potuto fornire le indicazioni richieste, se non limitandosi a considerazioni relative alle necessità di capillarità e professionalità per i veicoli agricoli e per le macchine operatrici, data la loro peculiarità.
Alcuni comunque nell’occasione hanno sottolineato che il tema delle revisioni in Italia necessita adesso di una consultazione a 360 gradi visti i molti temi pendenti e tutt’ora irrisolti. Vedi il problema dei nuovi corsi istruttori e la privatizzazione delle revisioni dei veicoli commerciali, prevista dalla legge ma mai avviata.
Sui veicoli commerciali, l’Amministrazione aveva organizzato una riunione dedicata lo scorso 24 aprile, nella quale, oltre alle varie valutazioni del caso, aveva anche dato indicazioni sui tempi previsti per la realizzazione: la stessa Responsabile del Dipartimento Dott.ssa Elisa Grande, affermava di voler partire quanto prima. A più di sette mesi di distanza e nonostante il dettato della legge, non si ha notizia di alcuna iniziativa in tal senso.
In conclusione il quadro generale delle revisioni in Italia appare desolante: nessuna attività sulle revisioni dei veicoli commerciali, niente di fatto sui veicoli agricoli e stasi sulle auto, laddove invece l’attuale regime richiederebbe gli aggiornamenti previsti dal D.M. 214/2017 di recepimento della direttiva europea.
AICA, l’Associazione Italiana dei Costruttori di Autoattrezzature che già da tempo aveva sollecitato l’Amministrazione in merito, non si esime dall’esprimere la propria preoccupazione. Il quadro complessivo disegna una situazione di stasi al punto da intravedere possibili gravi ulteriori disservizi oltre a quelli già esistenti: i ritardi nelle revisioni dei veicoli commerciali ammontano ormai in media a diversi mesi, inclusi i bus. Il D.M. 214/2017 descrive chiaramente le operazioni da eseguire e la sua mancata osservanza pone sub iudice l’intero regime sia dal punto di vista della legittimità delle operazioni sia come possibile infrazione comunitaria.
E pensare che un gran lavoro era già stato fatto proprio su istruzione dei precedenti Responsabili della Motorizzazione, al punto che sarebbe bastato darne seguito per avere già gran parte delle soluzioni pronte per essere introdotte. Ci riferiamo a quanto prodotto dal gruppo di lavoro per le attrezzature di revisione, istituito per Decreto Direzionale, con lo scopo preciso di aggiornare le circolari 88/95 e 112/96. Nell’arco di quasi quattro anni, i tavoli tecnici avevano provveduto ad aggiornare le caratteristiche delle attrezzature completando, in alcuni casi, le operazioni o comunque portandole ad uno stato molto avanzato. Il tutto però ha registrato un’imprevista interruzione alla fine del 2017 in concomitanza con i cambi ai vertici dell’Amministrazione. Da allora non è successo più niente; tutto fermo da due anni.
Ma i vincoli di legge e la messa in pratica degli adeguamenti necessari non consentono più margini temporali; è assolutamente necessario passare dalle parole ai fatti, dare seguito al lavoro già completato o avviato e sbloccare la cosa. Il settore ha piena competenza ed esperienza internazionale per affiancare l’Amministrazione, fornendole le conoscenze necessarie per individuare le soluzioni più efficaci. Basta ascoltare; poi l’Amministrazione potrà così prendere le decisioni che riterrà più opportune.
La riunione purtroppo non ha avuto grandi esiti, a parte il venire a conoscenza che l’Ing. Scavone, come da lui stesso annunciato, avrebbe lasciato l’incarico alla fine del mese di ottobre. Data la generale impreparazione sul tema, nessuno dei presenti ha potuto fornire le indicazioni richieste, se non limitandosi a considerazioni relative alle necessità di capillarità e professionalità per i veicoli agricoli e per le macchine operatrici, data la loro peculiarità.
Alcuni comunque nell’occasione hanno sottolineato che il tema delle revisioni in Italia necessita adesso di una consultazione a 360 gradi visti i molti temi pendenti e tutt’ora irrisolti. Vedi il problema dei nuovi corsi istruttori e la privatizzazione delle revisioni dei veicoli commerciali, prevista dalla legge ma mai avviata.
Sui veicoli commerciali, l’Amministrazione aveva organizzato una riunione dedicata lo scorso 24 aprile, nella quale, oltre alle varie valutazioni del caso, aveva anche dato indicazioni sui tempi previsti per la realizzazione: la stessa Responsabile del Dipartimento Dott.ssa Elisa Grande, affermava di voler partire quanto prima. A più di sette mesi di distanza e nonostante il dettato della legge, non si ha notizia di alcuna iniziativa in tal senso.
In conclusione il quadro generale delle revisioni in Italia appare desolante: nessuna attività sulle revisioni dei veicoli commerciali, niente di fatto sui veicoli agricoli e stasi sulle auto, laddove invece l’attuale regime richiederebbe gli aggiornamenti previsti dal D.M. 214/2017 di recepimento della direttiva europea.
AICA, l’Associazione Italiana dei Costruttori di Autoattrezzature che già da tempo aveva sollecitato l’Amministrazione in merito, non si esime dall’esprimere la propria preoccupazione. Il quadro complessivo disegna una situazione di stasi al punto da intravedere possibili gravi ulteriori disservizi oltre a quelli già esistenti: i ritardi nelle revisioni dei veicoli commerciali ammontano ormai in media a diversi mesi, inclusi i bus. Il D.M. 214/2017 descrive chiaramente le operazioni da eseguire e la sua mancata osservanza pone sub iudice l’intero regime sia dal punto di vista della legittimità delle operazioni sia come possibile infrazione comunitaria.
E pensare che un gran lavoro era già stato fatto proprio su istruzione dei precedenti Responsabili della Motorizzazione, al punto che sarebbe bastato darne seguito per avere già gran parte delle soluzioni pronte per essere introdotte. Ci riferiamo a quanto prodotto dal gruppo di lavoro per le attrezzature di revisione, istituito per Decreto Direzionale, con lo scopo preciso di aggiornare le circolari 88/95 e 112/96. Nell’arco di quasi quattro anni, i tavoli tecnici avevano provveduto ad aggiornare le caratteristiche delle attrezzature completando, in alcuni casi, le operazioni o comunque portandole ad uno stato molto avanzato. Il tutto però ha registrato un’imprevista interruzione alla fine del 2017 in concomitanza con i cambi ai vertici dell’Amministrazione. Da allora non è successo più niente; tutto fermo da due anni.
Ma i vincoli di legge e la messa in pratica degli adeguamenti necessari non consentono più margini temporali; è assolutamente necessario passare dalle parole ai fatti, dare seguito al lavoro già completato o avviato e sbloccare la cosa. Il settore ha piena competenza ed esperienza internazionale per affiancare l’Amministrazione, fornendole le conoscenze necessarie per individuare le soluzioni più efficaci. Basta ascoltare; poi l’Amministrazione potrà così prendere le decisioni che riterrà più opportune.