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Novembre 2022

“The Sound of Silence”: alla ricerca del suono perfetto per le auto elettriche

Enrica Lazzarini

Auto ibride ed elettriche rappresenteranno forse una ghiotta occasione per reinventare il suono delle città?
 
A partire da luglio 2019 le auto ibride ed elettriche sono obbligate ad essere equipaggiate con il sistema AVAS (Acoustic Vehicle Alerting System n.d.r.), un allarme acustico a protezione degli altri utenti della strada.

Gli standard da rispettare sono molteplici: il suono descritto nel Regolamento UE n. 1576/2017 deve variare a seconda della velocità, in modo che pedoni e ciclisti siano in grado di capire se il veicolo stia rallentando o accelerando a seconda del rumore emesso. Inoltre, il regolamento definisce il volume rispetto al veicolo in diversi intervalli nonché le variazioni di frequenza consentite. A partire da 20 km/h il livello sonoro diminuisce con l’intensificarsi del rumore di rotolamento degli pneumatici, fino a rendere superfluo il segnale acustico.
Questo si è reso necessario perchè i motori dei veicoli ibridi ed elettrici sono estremamente silenziosi rispetto a quelli a combustione, soprattutto a velocità relativamente basse. Se quindi la comunità europea ha definito i parametri acustici entro cui le case auto devono operare, resta tuttavia da capire quale tipologia di suono debbano emettere queste auto, che col passare del tempo avranno un peso sempre più preponderante nel parco circolante cittadino. Non si è ancora infatti affermato uno standard sonoro anzi, ogni casa automobilistica sta perfezionando sempre più le proprie vetture utilizzando come “firma d’autore” un suono identificativo, con cui ogni marchio cerca di distinguersi dagli altri.

Il rischio è che le case automobilistiche si possano concentrare troppo sulla ricerca di un’identità sonora finendo per creare tanti suoni tra loro diversi, con potenziali problemi di riconoscibilità del marchio, una per nulla piacevole cacofonia di AVAS diversi tra loro, nonché, cosa ancora più pericolosa, una problematica relativa alla capacità di percezione del rischio da parte di ciclisti e pedoni.

Passando però al lato romantico di questi nuovi standard di mobilità, secondo il giornalista John Seabrook, che di recente se ne è occupato per il New Yorker, «l’elettrificazione della mobilità» potrebbe offrire «una rara occasione con cui l’umanità può reinventare il suono delle sue città». Passando quindi da una cacofonia ad una nuova sinfonia del paesaggio urbano, modificando in maniera profonda il manto acustico che avvolge le città del domani.





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