EGEA al lavoro per definire uno standard nel test per le sospensioni
Di Massimo Brunamonti
L’Associazione Europea delle attrezzature per autofficina ha recentemente deciso di attivare uno specifico gruppo di lavoro per definire uno standard di prodotto per gli strumenti destinati al test delle sospensioni, con l’obiettivo di individuare una soluzione praticabile ed economica per chiunque in Europa e nel mondo voglia introdurre tale verifica nelle revisioni.
Il tema della verifica delle sospensioni è da tempo sul tavolo delle autorità responsabili delle revisioni in Europa. Come è ben noto, le sospensioni sono parte vitale per la sicurezza di un autoveicolo: una sospensione inefficiente o deteriorata non solo riduce il comfort di guida, ma anche e soprattutto inficia la sicurezza del veicolo compromettendo l’aderenza delle ruote al suolo e allungando così tempi e spazi di frenatura. Un’auto con sospensioni inefficienti costituisce un pericolo potenziale per la sicurezza stradale. Gli attuali test dei freni, effettuati in revisione mediante provafreni di vario tipo, verificano sì la frenatura, ma secondo una procedura di prova statica che non fa entrare in azione il sistema di sospensione del quale quindi si ignora il buon funzionamento.
Negli anni sono stati proposti vari metodi di test delle sospensioni ma incertezza metodologica e conflitti tra soluzioni diverse, alcune delle quali di proprietà di qualche costruttore, ne hanno fin qui reso impossibile l’adozione sistematica. La stessa Direttiva 2014/45 non impone un test strumentale anche se lo auspica; la Commissione Europea, conscia del problema, ci sta lavorando sopra.
Oggi finalmente qualcuno ha iniziato a riportare risultati importanti su larga scala. E’ il caso del Belgio che ormai da anni ha introdotto nelle revisioni periodiche il test obbligatorio delle sospensioni. Il sistema belga, gestito da GOCA, l’ente nazionale responsabile delle revisioni, utilizza un’apparecchiatura di test opportunamente sviluppata a partire dal “vecchio” metodo EUSAMA nato negli anni 60. L’apparecchiatura aggiunge al metodo EUSAMA la misura del cosiddetto minimo spostamento di fase tra la frequenza di risonanza della massa sospesa e quella della massa non sospesa. Il principio, in poche parole, consiste nel verificare che tale spostamento di fase rientri in un determinato limite per così accertare che le sospensioni facciano adeguatamente il loro lavoro.
EGEA, l’Associazione Europea delle attrezzature per autofficina, da anni interessata e coinvolta in tutto quello che è attrezzature per la revisione, ha recentemente deciso di attivare uno specifico gruppo di lavoro con lo scopo di definire uno standard di prodotto per tale apparecchiatura, in grado di rappresentare una soluzione praticabile ed economica per chiunque in Europa e nel mondo voglia introdurre il test delle sospensioni nelle revisioni.
Il canovaccio su cui si sta lavorando è l’originale standard EUSAMA corretto con il cosiddetto metodo del “minimum phase shift”, come originariamente studiato dall’americana SAE, e successivamente adottato dal GOCA. Lo scopo del lavoro di EGEA è quello di definire specifiche di prodotto, procedure di omologazione e metodologia di prova da includere nelle revisioni periodiche dei veicoli sotto le 3,5 tonnellate.
L’esperienza belga conforta nella scelta: il metodo è in esercizio sistematico dal 2011 e da allora tutto il parco circolante viene testato anche nelle sospensioni, il che significa circa 4,5 milioni di autoveicoli revisionati l’anno. La casistica e la base di dati che ne viene fuori è ampiamente rappresentativa del parco circolante, tale da costituire un modello utilizzabile in qualsiasi altro paese europeo e non.
Il lavoro di EGEA, appena avviato, dovrebbe concludersi in un periodo temporale di circa un anno al termine del quale il capitolato verrà sottoposto alle autorità europee e nazionali competenti.
Negli anni sono stati proposti vari metodi di test delle sospensioni ma incertezza metodologica e conflitti tra soluzioni diverse, alcune delle quali di proprietà di qualche costruttore, ne hanno fin qui reso impossibile l’adozione sistematica. La stessa Direttiva 2014/45 non impone un test strumentale anche se lo auspica; la Commissione Europea, conscia del problema, ci sta lavorando sopra.
Oggi finalmente qualcuno ha iniziato a riportare risultati importanti su larga scala. E’ il caso del Belgio che ormai da anni ha introdotto nelle revisioni periodiche il test obbligatorio delle sospensioni. Il sistema belga, gestito da GOCA, l’ente nazionale responsabile delle revisioni, utilizza un’apparecchiatura di test opportunamente sviluppata a partire dal “vecchio” metodo EUSAMA nato negli anni 60. L’apparecchiatura aggiunge al metodo EUSAMA la misura del cosiddetto minimo spostamento di fase tra la frequenza di risonanza della massa sospesa e quella della massa non sospesa. Il principio, in poche parole, consiste nel verificare che tale spostamento di fase rientri in un determinato limite per così accertare che le sospensioni facciano adeguatamente il loro lavoro.
EGEA, l’Associazione Europea delle attrezzature per autofficina, da anni interessata e coinvolta in tutto quello che è attrezzature per la revisione, ha recentemente deciso di attivare uno specifico gruppo di lavoro con lo scopo di definire uno standard di prodotto per tale apparecchiatura, in grado di rappresentare una soluzione praticabile ed economica per chiunque in Europa e nel mondo voglia introdurre il test delle sospensioni nelle revisioni.
Il canovaccio su cui si sta lavorando è l’originale standard EUSAMA corretto con il cosiddetto metodo del “minimum phase shift”, come originariamente studiato dall’americana SAE, e successivamente adottato dal GOCA. Lo scopo del lavoro di EGEA è quello di definire specifiche di prodotto, procedure di omologazione e metodologia di prova da includere nelle revisioni periodiche dei veicoli sotto le 3,5 tonnellate.
L’esperienza belga conforta nella scelta: il metodo è in esercizio sistematico dal 2011 e da allora tutto il parco circolante viene testato anche nelle sospensioni, il che significa circa 4,5 milioni di autoveicoli revisionati l’anno. La casistica e la base di dati che ne viene fuori è ampiamente rappresentativa del parco circolante, tale da costituire un modello utilizzabile in qualsiasi altro paese europeo e non.
Il lavoro di EGEA, appena avviato, dovrebbe concludersi in un periodo temporale di circa un anno al termine del quale il capitolato verrà sottoposto alle autorità europee e nazionali competenti.
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