EGEA e altre 92 associazioni sottoscrivono un’ambiziosa strategia industriale europea
di Massimo Brunamonti
Apponendo la sua firma alla dichiarazione congiunta, EGEA (European Garage Equipment Association) ribadisce la necessità di politiche robuste per il futuro della produzione industriale in Europa, composta al 99% da PMI, spina dorsale dell'economia e dell'industria europee. L’iniziativa ha la massima rilevanza anche per il settore dell’autoriparazione.
GEA, Associazione Europea del Garage Equipment, insieme a 92 altre associazioni industriali di settore, ha sottoscritto lo scorso febbraio a Bruxelles il documento programmatico “Dichiarazione congiunta per una ambiziosa strategia industriale della UE”.
“L'Europa è la culla dell'industria manifatturiera ed è stata all'avanguardia delle rivoluzioni industriali e delle innovazioni tecnologiche. L'industria impiega direttamente più di 34 milioni di persone in tutti gli Stati membri, con centinaia di migliaia di piccole e medie imprese e grandi aziende operanti nella filiera, oltre a milioni di ulteriori posti di lavoro nei settori correlati. L'industria manifatturiera europea ha una straordinaria capacità di ricerca e innovazione, vanta una forza lavoro qualificata e si è guadagnata la sua reputazione nel mondo per la sua qualità e sostenibilità. Ciò di cui ora c’è bisogno è un rapido e determinato sostegno delle istituzioni europee e degli Stati membri per creare più posti di lavoro e crescita in Europa.”
L’incipit è rivelatore del tono propositivo e della richiesta di appoggio legislativo fatto al Parlamento Europeo. Apponendo la sua firma a questa dichiarazione congiunta, EGEA ribadisce la necessità di politiche robuste per il futuro della produzione industriale in Europa, composta al 99% da PMI, spina dorsale dell'economia e dell'industria europee.
L’iniziativa ha la massima rilevanza per il settore dell’Autoriparazione, del quale AICA (membro italiano di EGEA) è rappresentante della realtà dei costruttori italiani di autoattrezzature. Il mondo dell’auto, infatti, si conferma come uno dei grandi pilastri dell’industria manifatturiera europea, avendo dimostrato come l’Europa sappia più di ogni altro coniugare qualità, sostenibilità e competitività come i costruttori di autoattrezzature italiani ed europei dimostrano.
I dati complessivi di mercato mostrano tra il 2000 e il 2014 una riduzione del giro di affari del 3,5% per buona parte causata dalla recente crisi economica, con una perdita di oltre 3 milioni di posti di lavoro tra il 2008 e il 2014. La naturale ricrescita è però ostacolata da fattori esterni da cui oramai il mercato globale non può non essere influenzato: basti pensare alle strategie "Make in India" o "Made in China 2025", con cui entrambi i due colossi della produzione industriale intendono trasformarsi in protagonisti globali. Non a caso gli USA stanno già cercando di reagire con il famoso, anche se controverso, "America First".
L’Europa ha il dovere di stare al passo e mettere l'industria al vertice della propria agenda politica. Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha già individuato la reindustrializzazione dell'Europa come una delle sue priorità e ha confermato l'obiettivo dell’aumento 20% la quota del settore nel PIL totale europeo entro il 2020. Gli Stati membri e il Parlamento Europeo hanno dichiarato il proprio sostegno a questa “ambiziosa e coordinata strategia industriale europea che contribuirà a salvaguardare la leadership mondiale dei produttori e dei lavoratori europei”.
Bisogna però passare ai fatti: le associazioni firmatarie invitano la UE ad impegnarsi per rispettare gli obiettivi stabiliti e attuare un piano di azione per affrontare le sfide che i settori industriali devono affrontare.
“L'Europa è la culla dell'industria manifatturiera ed è stata all'avanguardia delle rivoluzioni industriali e delle innovazioni tecnologiche. L'industria impiega direttamente più di 34 milioni di persone in tutti gli Stati membri, con centinaia di migliaia di piccole e medie imprese e grandi aziende operanti nella filiera, oltre a milioni di ulteriori posti di lavoro nei settori correlati. L'industria manifatturiera europea ha una straordinaria capacità di ricerca e innovazione, vanta una forza lavoro qualificata e si è guadagnata la sua reputazione nel mondo per la sua qualità e sostenibilità. Ciò di cui ora c’è bisogno è un rapido e determinato sostegno delle istituzioni europee e degli Stati membri per creare più posti di lavoro e crescita in Europa.”
L’incipit è rivelatore del tono propositivo e della richiesta di appoggio legislativo fatto al Parlamento Europeo. Apponendo la sua firma a questa dichiarazione congiunta, EGEA ribadisce la necessità di politiche robuste per il futuro della produzione industriale in Europa, composta al 99% da PMI, spina dorsale dell'economia e dell'industria europee.
L’iniziativa ha la massima rilevanza per il settore dell’Autoriparazione, del quale AICA (membro italiano di EGEA) è rappresentante della realtà dei costruttori italiani di autoattrezzature. Il mondo dell’auto, infatti, si conferma come uno dei grandi pilastri dell’industria manifatturiera europea, avendo dimostrato come l’Europa sappia più di ogni altro coniugare qualità, sostenibilità e competitività come i costruttori di autoattrezzature italiani ed europei dimostrano.
I dati complessivi di mercato mostrano tra il 2000 e il 2014 una riduzione del giro di affari del 3,5% per buona parte causata dalla recente crisi economica, con una perdita di oltre 3 milioni di posti di lavoro tra il 2008 e il 2014. La naturale ricrescita è però ostacolata da fattori esterni da cui oramai il mercato globale non può non essere influenzato: basti pensare alle strategie "Make in India" o "Made in China 2025", con cui entrambi i due colossi della produzione industriale intendono trasformarsi in protagonisti globali. Non a caso gli USA stanno già cercando di reagire con il famoso, anche se controverso, "America First".
L’Europa ha il dovere di stare al passo e mettere l'industria al vertice della propria agenda politica. Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha già individuato la reindustrializzazione dell'Europa come una delle sue priorità e ha confermato l'obiettivo dell’aumento 20% la quota del settore nel PIL totale europeo entro il 2020. Gli Stati membri e il Parlamento Europeo hanno dichiarato il proprio sostegno a questa “ambiziosa e coordinata strategia industriale europea che contribuirà a salvaguardare la leadership mondiale dei produttori e dei lavoratori europei”.
Bisogna però passare ai fatti: le associazioni firmatarie invitano la UE ad impegnarsi per rispettare gli obiettivi stabiliti e attuare un piano di azione per affrontare le sfide che i settori industriali devono affrontare.