Camion e Tir, occorre investire sui sistemi Adas per aumentarne la sicurezza stradale
di Dino Collazzo
In Europa, secondo gli ultimi dati Acea, i veicoli commerciali in circolazione sono 39,1 milioni e hanno in media 11 anni d'età. Svecchiare questo parco circolante per renderlo più sicuro è una priorità ma oltre al nuovo in alcuni casi si può investire sul retrofit.
L’aumento della sicurezza stradale passa anche dalla presenza di “componenti intelligenti” sui veicoli. Sistemi come la frenata automatica d’emergenza, il cruise control adattivo o l’avviso del cambio di corsia possono salvare delle vite. Quando si parla però di advance driver assistance system (adas) si pensa spesso alle automobili, mentre sulle strade di tutta Europa si muovono anche molti veicoli commerciali di diverse dimensioni. Secondo gli ultimi dati Acea si tratta di 39,1 milioni di mezzi dediti al trasporto merci il cui parco circolante ha un’età media di 11,7 anni. In molti casi i veicoli in circolazione sono stati immatricolati prima del 2015 anno in cui è entrato in vigore l’obbligo europeo per i costruttori di dotare i mezzi pesanti dei sistemi di advanced emergency braking system e di lane departure warning system.
Guardano al nostro Paese la situazione è ancora più preoccupante. Infatti, su un parco circolante di poco più di 5 milioni di veicoli da lavoro solo il 4,2% è dotato di sistemi di sicurezza avanzati. Un po’ poco se si pensa che in Italia, secondo i dati Eurostat, l’86,5% delle merci viaggia su gomma a fronte di una media europea del 76,4%. Analizzando più nel dettaglio la situazione italiana risulta che solo il 7,17% degli autocarri trasporto merci, su 4 milioni presenti sulle strade italiane, è dotato di alcuni sistemi adas in quanto immatricolato dopo il 2015. E lo stesso vale anche per gli autoveicoli speciali dove su 722 mila la percentuale è del 6,23%.
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