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Dicembre - Gennaio 2023

Autoriparatore cercasi

Dino Collazzo

“Cercasi autoriparatore per impiego full time”. Nelle bacheche dei siti web per la ricerca di lavoro annunci di questo tipo sono sempre più numerosi. Ma per le associazioni di categoria lavoratori da impiegare in officina sono una rarità.
“Cercasi autoriparatore per impiego full time”. Nelle bacheche dei siti web per la ricerca di lavoro annunci di questo tipo, in cui officine indipendenti o reti specializzate ricercano gommisti o meccatronici, sono sempre più numerosi. Per le associazioni di categoria, però, lavoratori disposti a riparare pneumatici, calibrare Adas, controllare motori, siano essi a combustione interna o elettrici, sono sempre più una rarità.

Stando agli ultimi dati disponibili pubblicati sul sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal, nel 2021 in Italia sono stati impiegati come meccanici e gommisti, tra contratti a tempo indeterminato (33% degli assunti) e determinato (47% degli assunti), 32.750 lavoratori, di cui solo il 42% giovani. Un dato significativo che però non riesce a soddisfare la richiesta di personale da parte delle oltre 57 mila imprese del comparto (dati Osservatorio Autopromotec). La scarsa preparazione e le difficoltà di adattarsi a ritmi e tempi di lavoro sono, secondo i datori di lavoro, i motivi alla base dello scostamento tra domanda e offerta d’impiego e della fuga dei giovani dalla professione di gommista o meccanico. Un dato che pur trovando riscontro in numerosi report realizzati dalle associazioni settoriali, non tiene però in considerazione aspetti connessi al tema della crescita professionale e dell’attrattività del lavoro da parte di chi un impiego nel settore dell’autoriparazione lo cerca. Infatti, le ragazze e i ragazzi che escono dalla scuola o dall’università vorrebbero contesti lavorativi più digitali e tecnologici in cui mettere a frutto le conoscenze acquisite.

Sebbene in un rapporto Ocse-Randstad, che ha analizzato 417 milioni di annunci di lavoro postati online in 10 Paesi nell’ultimo decennio, l’Italia mostra la percentuale più alta di annunci che riguardano occupazioni digitali (12% del totale delle offerte sul web), ciò non concerne l’autoriparazione. In molti casi, infatti, le officine invece di investire su diagnostica intelligenti, software gestionali, strategie di marketing e organizzazione del lavoro che migliorano l’efficienza dei processi, preferiscono seguire modelli d’impresa datati.

Creare occupazione, dunque, in un settore come quello dell’assistenza e manutenzione dei veicoli è fondamentale, specie nell’attuale fase di cambiamento tecnologico che sta interessando il mondo automotive. Rendersi attrattivi da un punto di vista innovativo ed economico contribuisce ad attrarre portando a un’evoluzione dei mestieri. È su questo aspetto che le officine devono puntare per trovare nuovi operatori e incrementare il proprio business. Al contempo però rendere il lavoro dell’autoriparatore un’opzione percorribile per chiunque è un compito che spetta anche alla scuola che deve insegnare a superare idee preconcette sul lavoro in officina.





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