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Giugno 2019

Connessi con il futuro

Nicoletta Ferrini

Ad Autopromotec 2019 si è visto quanto e quale sia l’impegno profuso dalle aziende per proporre soluzioni innovative e alla portata di tutti.
Signore e signori, accendete i motori! No, anzi, attivate le vostre connessioni. Il futuro dell’automobile è qui e ora ed è digitale, connesso, smart. Serve l’intero vocabolario 4.0 per descrivere la trasformazione in atto nel settore automotive. Oppure bastava visitare Autopromotec 2019. Qui, infatti, si è visto e toccato con mano quanto e quale sia l’impegno profuso dalle aziende per proporre soluzioni innovative e alla portata di tutti che permettano agli autoriparatori di tenere il passo con i tempi. “Questa fiera è una vetrina e uno specchio del Paese” ha affermato nel suo video saluto al convegno inaugurale il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. E il fatto che, da oltre 50 anni, il salone vada in scena nella “terra del mutur” non è casuale: con circa 16.500 imprese, più di 60 mila addetti e un export da oltre 5 miliardi di euro, la filiera automotive della Regione Emilia- Romagna è rappresentativa di quella italiana. “Siamo nel cuore della Motor Valley, per il mondo automotive l’Italia è qui – ha spiegato Mauro Severi, presidente di AICA (Associazione Italiana costruttori di autoattrezzature), associazione che, insieme ad AIRP (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici), organizza la fiera –. Questa è la terra in cui nascono automobili e moto sportive che competono e vincono in tutto il mondo; la terra di un sistema industriale che produce e inventa attrezzature, componenti e subforniture innovative con eccellenze di livello assoluto”.

Ad Autopromotec, la filiera italiana dell’aftermarket automotive ha mostrato le sue carte migliori, dimostrandosi pronta a raccogliere il guanto di sfida lanciato dalla costante innovazione nel settore e dell’ormai consolidata globalizzazione dei mercati. “È una competizione complessa che si può realizzare solo creando un mercato interno forte, di dimensioni continentali, con disposizioni legislative e regole tecniche comuni – ha detto Severi –. L’Italia ha bisogno dell’Europa, di un sistema coeso che sia in grado di far crescere i Paesi in modo unitario dando a tutti la possibilità di emergere in base alle molteplici eccellenze, che devono coesistere e fare sistema. Serve un’Europa forte con mercati liberi e aperti per far decollare una economia che da troppo tempo è in balia di strategie politiche poco lungimiranti”. Nel frattempo, la digitalizzazione della mobilità e la trasformazione tecnologica dell’automobile stanno ponendo paletti precisi per quel che riguarda l’evoluzione dell’autoriparazione. Dal palco Severi ha lanciato un appello chiaro: “Il futuro delle nostre aziende è cambiare e innovare. Per assistere veicoli sempre più connessi, sicuri e sostenibili e garantirne l’affidabilità e la sicurezza occorrono nuove competenze, nuovi servizi, nuove attrezzature legate ai nuovi modi di intendere la mobilità”. Formazione e innovazione sono le parole d’ordine. Lo ha confermato nel suo intervento Palma Costi, assessore alle attività produttive della Regione Emilia-Romagna, ricordando gli impegni precisi assunti negli ultimi anni. Sul fronte della formazione, la Regione ha lavorato su più livelli, predisponendo ben due corsi di laurea specifici riconosciuti a livello mondiale, attraverso Muner (Motorvehicle University of Emilia-Romagna), associazione sinergica tra Università di Bologna, Università di Modena, Università di Modena e Reggio Emilia di Parma e Case automobilistiche, ma anche con percorsi di formazione post-diploma per tecnici specializzati ovvero indirizzati agli imprenditori. Allo sviluppo delle competenze si affianca la necessità di investire in innovazione e, in particolare, su temi “caldi” quali l’elaborazione dei big data e l’applicazione dell’intelligenza artificiale. “Il 2% del Pil regionale viene investito in ricerca e sviluppo, l’1,5% da parte di imprese che dimostrano così di credere in questo processo di cambiamento, – ha precisato Palma Costi –. Il nostro obiettivo è diventare un hub digitale internazionale”. Infine, l’internazionalizzazione. “L’automotive sviluppa una parte consistente dell’export nazionale e regionale, – ha continuato l’assessore –. La Regione sta coltivando rapporti privilegiati con Paesi interessanti”.

Il sistema fieristico è, infatti, un eccezionale strumento di internazionalizzazione: “Non basta essere consapevoli della propria eccellenza. Occorre farla conoscere al mondo. Dobbiamo ringraziare anche Autopromotec per il contributo in questo senso”. Il supporto offerto dalle fiere alle aziende nel loro processo di internazionalizzazione è stato ricordato anche da Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere: “la nostra attività si caratterizza per il forte indirizzo B2B delle manifestazioni, l’internazionalizzazione e la collaborazione con gli organizzatori che qui realizzano i propri eventi”.





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