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Ottobre 2022

L’industria automobilistica diventerà sostenibile, circolare e indipendente

Simonluca Pini, Contributing Editor Sole 24 Ore

Oltre all’addio ai motori a combustione interna, i costruttori automobilistici europei dovranno rivedere profondamente le proprie strategie a partire da una catena “corta” di fornitori. Tra gli obiettivi principali, la produzione di batterie per auto elettriche direttamente nel vecchio continente.
L’industria automobilistica europea sta affrontando la più grande rivoluzione dal dopoguerra ad oggi. Perché oltre allo stop dei veicoli a combustione interna dal 2035, per spazio a motori elettrici e batterie agli ioni di litio, i costruttori automobilisti sono al lavoro per portare a zero le emissioni prodotte dai propri impianti. A queste due profonde novità, si è aggiunta la carenza di semiconduttori e la difficoltà di reperimento di diversi componenti a causa di svariati fattori geopolitici. Altro punto crociale arriva dalla produzione di batterie per auto elettriche, attualmente praticamente tutta in Asia ma dai prossimi anni destinata ad essere presente in forma massiva anche in Europa. Tutto questo sta trasformando radicalmente la produzione dei costruttori, rendendola sempre più sostenibile, circolare e il più possibile indipendente.
 
Fornitori locali
Pre-pandemia era normale lavorare con magazzini il meno pieni possibili, puntare sul just in time e fare affidamento su fornitori spesso dall’altra parte del globo. I costi di trasporto erano contenuti, la disponibilità delle navi container non mancava e la Cina sembrava molto più vicina di quanto fosse realmente. Oggi tutto questo è cambiato, partendo dalla crisi dei semiconduttori che da oltre due anni ha stravolto le regole del gioco, cambiando radicalmente il mercato automobilistico. Inoltre, è
impossibile poter ambire ad una produzione realmente sostenibile e circolare se, ad esempio, si è tenuti in scacco da un fornitore, oppure se il processo produttivo si deve bloccare per intere settimane a causa di singolo componente o prezzi “alle stelle” di metano ed energia elettrica.
 
L’importanza delle Gigafactory  
Come poter affrontare questo lungo elenco di sfide? I principali gruppi automobilistici hanno trovato nella condivisione la via per affrontare le sfide future, ovvero puntare sulla realizzazione di piattaforme in grado di dar vita a modelli elettrici dalle caratteristiche significativamente diverse e al tempo stesso investendo miliardi nella costruzione di Gigafactory. Inoltre, importanti investimenti sono già stati fatti per assicurare la neutralità ambientale degli impianti di produzione e per l’autoproduzione di energia, come nel caso di un primario brand tedesco premium che dal 2030 prevede di alimentare tutti i suoi impianti nel mondo per il 70% con energia derivata da fonti rinnovabili, di cui il 15% generata direttamente in loco da strutture costruite dal marchio. Sempre entro il 2030, il brand vuole ridurre il consumo di acqua del 35% e, in una fase successiva, raggiungere la neutralità carbonica nell’intera logistica e nei trasporti di componenti e vetture. L’obiettivo è quello di essere sempre più indipendenti sul piano energetico, tanto che entro il 2023 in Germania entrerà in funzione un parco fotovoltaico capace di produrre 11 MWp. Dando per assodato il passaggio ad una mobilità completamente elettrica a partire dal 2035 come richiesto e imposto dalla Comunità Europea, una delle principali sfide sarà sulla produzione di batterie direttamente nel Vecchio Continente.





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